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Intervista a Mauro Culotta “ alla scoperta di Namastè” il suo nuovo album

Il musicista e compositore genovese Mauro Culotta nasce a Genova Sampierdarena in un palazzo che si affaccia sulle bellezze della città ed è proprio qui, godendo dei suggestivi panorami della lanterna e del porto, che si forgia la sua anima sensibile e romantica.
La sua è un’infanzia serena, una famiglia semplice con una mamma, Pinuccia ed un padre innamorati della musica. Infatti papà Francesco suona nell’orchestra “The Gentlemen” violino e contrabbasso ed il cugino Germano il pianoforte. Così Mauro cresce ascoltando la musica da loro suonata appassionandosi ai grandi standard dell’epoca.
Alcuni anni dopo in Mauro nasce il vero interesse per il mondo musicale prendendo spunto da gruppi vari ma soprattutto dai Beatles, che fanno scattare in lui la vera passione per la chitarra, strumento da lui amato profondamente e suonato con vera passione.
Per Mauro arrivano grandi successi come la vincita nel 1972 del Cantagiro con il brano “Per Chi” suonato con i “Gens” e nel corso della sua lunga carriera musicale suonerà con grandi musicisti e cantautori tra qui “Ivano Fossati, Mia Martini, Eros Ramazzotti” e molti altri.
Nonostante i numerosi impegni di lavoro in questi anni, matura in Mauro il desiderio di comporre musica e diversi suoi brani vengono scelti da cantanti italiani tra cui la grande Mina.
E’ proprio sull’entusiasmo e la spinta emotiva che ha provocato in lui la collaborazione con questa grande artista che è nato il disco “Namastè”.
L'album, uscito recentemente sul web attraverso “CD baby” è composto da tredici brani definiti dallo stesso Culotta “canzoni fatte con amore” un disco evergreen, per tutte le stagioni pervaso da una melodia di stampo jazzistico, sonorità blues e dall'amore per la musica anni 50″ .
Nell'album sono presenti diverse influenze, in primis la musica che suonava suo padre, alla quale è molto legato, ovvero quella che si faceva dal vivo nei nightclub anni 60. Nelle canzoni che compongono il lavoro si respirano inoltre vari tipi di tendenze musicali.
Come nascono le sue canzoni?
“È impossibile spiegare come nascono, è qualcosa di misterioso quasi magico, certamente nascono da una emozione. Io solitamente compongo di notte nel silenzio della mia stanza dove risuona solo la chitarra, la notte è il momento nel quale, lontano dai rumori e dalla gente, mi capita di creare o di attribuire un senso a qualcosa che già c’era nell’aria ma cui ancora non ero riuscito a dare forma ciò non esclude che molti brani sono nati anche camminando per strada o guidando l’auto. Nel caso specifico, i tredici brani di Namastè li definirei delle istantanee, nate in tempi diversi , sono demo tape rimasterizzate per dare più spinta sonora”.
Il brano di apertura dell'album è “Pilar” composto da Mauro Culotta con il testo di Giancarlo Berardi, la canzone di grande grazia è contraddistinta da un accompagnamento musicale molto evocativo, è ambientata in Spagna nelle Rambla e racconta di una bambina che cercava di avvicinare marinai di passaggio.
“Noi soli insieme” è invece proposta nella versione del demo originale, un po' underground, registrata nello studio di Andrea Maddalone chitarrista dei Macramè, questo arrangiamento è molto distante da quello della versione presente nel disco di Mina. In Namastè è presente anche un'unica traccia live ovvero Homeboy di Eric Clapton,un brano registrato con Enrico Bianchi in Austria e definito dallo stesso Culotta 'struggente'.
Scorrendo la track list si incontrano anche “Quello che sei stata tu”, “Destino ubriaco”, “Prendila con amore”, “Aspettando l'alba”, “Lasciati cosi”, “Bienvenido”,” Povero amore” e Succede.
C'è qualcosa in particolare che vuole dire nel salutare i lettori?
“Io vorrei dare un consiglio a tutti quelli che si approcciano a questo mondo, cercate di essere voi stessi, di tirare fuori la vostra personalità e di non omologarvi cercando di essere la copia di qualcun'altro.
Altra cosa molto importante che tengo a sottolineare è quella di cercare di divertirsi mentre si fa musica e di circondarsi di persone che sappiano apprezzare il lavoro degli altri e collaborare in team.
Io sono stato molto fortunato sotto questo aspetto, soprattutto nell'ultimo periodo nel quale mi è capitato di collaborare con Alessandro Paolini e Lorenzo Sale, due fonici musicisti veri professionisti con una dote molto rara ovvero quella di riuscire a valorizzare il suono al meglio senza snaturarlo”.

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