Venerdì 21 ottobre la comunità islamica romana si è riunita in preghiera al Colosseo in segno di protesta a seguito della chiusura di alcune moschee abusive nelle zone periferiche della Capitale. L'iniziativa, promossa dalla comunità bengalese, ha riunito migliaia di fedeli che, riuniti nella zona dell'Arco di Costantino, si sono rivolti pregando verso la Mecca.
Preghiera o provocazione islamica? Questo l'interrogativo insinuato dal coordinatore romano di Noi con Salvini Felice Squitieri e dal capogruppo al Municipio V Fabio Sabbatani Schiuma in una nota, nella quale si accenna ad una «strumentalizzazione del luogo simbolo del martirio dei primi cristiani e della via crucis papale», appunto quello scelto dall'associazione Dhuumcatu per rivendicare l'esercizio del diritto al culto.
Il timore avanzato nella nota è che dietro ad una preghiera che lancia un messaggio di pace e rivendica eguaglianza vi sia piuttosto un comizio politico, avvisaglia di un partito di matrice islamica, rivendicativo forse di una pretesa di sottrarsi a delle regole, cui ogni italiano è tenuto al rispetto.