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Allarme Virus #FebbredelNilo: segnalati 14 nuovi casi umani

Il virus del Nilo occidentale è un arbovirus della famiglia dei Flaviviridae, La modalità principale di trasmissione del virus è rappresentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Tra queste, in particolare, il Culex. Ovviamente tutti i fattori che favoriscono la proliferazione delle zanzare, come ad esempio le piogge abbondanti, le irrigazioni dei terreni agricoli o condizioni climatiche con temperature alte, determinano un importante aumento del numero dei casi di contagio. Il periodo di incubazione della malattia, ovvero il periodo compreso tra l'infezione e lo sviluppo dei primi segni e sintomi, è tipicamente compreso tra 2 e 15 giorni. I sintomi iniziali dell'infezione da virus del Nilo occidentale sono rappresentati dalla comparsa di febbre moderata che in genere perdura da tre a sei giorni. Ad essa si associa spesso un senso di malessere generalizzato, anoressia, nausea, cefalea (mal di testa). Si tratta, come si vede, di una tipica sintomatologia simil influenzale.
Ad essa può fare seguito la comparsa di dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari),[11] artralgie, tosse, eruzioni cutanee, linfadenopatia e dispnea (difficoltà a respirare). Alcuni pazienti possono sviluppare disturbi che interessano in modo particolare l'apparato gastrointestinale. In questo caso il quadro clinico è dominato da nausea, vomito e diarrea.
Per quanto riguarda l’Italia, il primo caso di contagio si è verificato nel settembre 2008 e da quel momento si sono registrati casi anche in Lombardia, oltre che in Emilia Romagna e Veneto, considerate le zone più colpite. Nel 2011 sono state riscontrate diverse morti tra gli equini per il virus anche in Sardegna.
Al 22 settembre 2016 sono stati registrati ulteriori 14 casi umani di “West Nile” in Italia, tre nelle province recentemente colpite di Milano e Ravenna e 11 su cinque in Province già contagiate dal virus: Bologna, Ferrara, Mantova, Modena e Verona. Per l’Unione Europea, invece sono 149 complessivamente i casi confermati ad oggi e 205 i casi registrati nei paesi limitrofi. Colpiti anche ruminanti: un altro caso di West Nile Virus dopo quello di inizio settembre che a Castel San Pietro Terme, in provincia di Imola, ha colpito un cavallo. Questa volta la vittima è un asino, deceduto in un allevamento di Lotzorai (Ogliastra), in Sardegna. La Asl di Lanusei ha diramato ufficialmente i risultati dell'esame condotto dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e Molise "G.Caporale", che è il centro di referenza nazionale per la sorveglianza veterinaria relativamente al West Nile Virus.

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