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Trump, Clinton? No, #Johnson

Dallas, Texas, USA: In un momento epocale per la politica e per la nazione, a meno di 90 giorni dall'elezione presidenziale a novembre, vediamo il risorgimento dello storico terzo partito, considerato di limitata importanza nella politica nazionale, il partito libertario. Rinvigorito dal numero crescente di elettori insoddisfatti dai candidati dei due partiti, i libertari offrono la terza scelta, la cosiddetta lista Johnson – Weld. Composta dall'ex governatore del New Mexico, Gary Johnson per la presidenza e dall'ex governatore del Massachusetts Bill Weld per la vicepresidenza, i candidati propongono un programma inclusivo e politicamente diversificato. In piena stagione elettorale stanno lottando per il cruciale 15% del voto nei poll nazionali, un traguardo necessario per partecipare ai dibattiti presidenziali di questo autunno, indispensabili per la loro campagna. Il 2016 è un momento decisivo per milioni di elettori, nella scelta del futuro, che per molti, non può essere affidato alla Clinton o a Trump.
Analizzando la piattaforma politica dei libertari, il loro successo diviene un fatto auto evidente. In quanto definiti come “socialmente più liberali dei democratici e fiscalmente più conservatori dei repubblicani, la lista Johnson – Weld comprende una grande diversità di opinioni sulle politiche sociali, economiche e di affari esteri. In un momento che ha rari precedenti nella politica americana, Johnson – Weld stanno raggiungendo una miriade di elettori non solo libertari, ma centristi, indecisi, e delusi dalle alternative. Interessante è la sua popolarità clamorosa tra i giovani e gli elettori progressisti disillusi da Clinton, che è progettata a perdere più voti a favore Johnson – Weld di quanti ne perderebbe Trump.
La politica economica di Johnson si basa sui principi del neoliberismo americano, riducendo il ruolo dello Stato nell'economia, incoraggiando la privatizzazione delle aziende e implementando l'abbassamento o l'annullamento delle tasse sulle persone fisiche e sulle imprese. Johnson infatti, propone di eliminare le imposte sul reddito a favore di una sola tassazione sul consumo. Centrale all'ideologia neoliberista del partito libertario è l'eliminazione dell'inefficiente intervento dello stato, specialmente a riguardo del sistema tassativo. Infatti, Johnson prevede di snellire il sistema fiscale, che nella sua complessità legislativa, ammonta a circa 70.000 pagine in lunghezza, servendosi di un organo statale (l’IRS, l’equivalente statunitense dell’Agenzia delle Entrate) che impiega circa 100.000 persone, un costo enorme per lo stato e per i contribuenti. In risposta alla normativa tassativa e al risultante incremento del debito pubblico, Johnson propone una riduzione del 20% della spesa pubblica, riducendo essa multilateralmente, introducendo riforme in vari settori che vanno dalla spesa militare ai sussidi statali.
Nell'ambito della politica sociale, Johnson e Weld hanno dimostrato un forte sostegno per la promozione dei diritti gay e dell'aborto, considerati come diritti fondamentali da parte del partito libertario. Per quanto riguarda la politica sociale, Johnson ha avuto molto più successo con i progressisti che con elettori conservatori, che tendono a trovare le sue posizioni troppo liberali. Una posizione condivisa da molti repubblicani di filo libertario, come i candidati Ron Paul (nel 2008 e 2012) e Rand Paul (nel 2016) è il sostegno di Johnson – Weld per la legalizzazione della cannabis per scopi medici e ricreativi. L’ex governatore del New Mexico, infatti, propone la legalizzazione del cannabis non solo come il trionfo del diritto personale ma bensì come una maniera per gestire l’alto tasso di detenzione per i tossicodipendenti di droghe leggere e l’influenza della criminalità organizzata.
In questo ambito, Johnson ha stabilito che sotto la sua presidenza, lo Stato offrirebbe un’aiuto concreto a chi fa uso di marijuana invece di rimproverare centinaia di migliaia di consumatori attraverso politiche autoritarie e datate.
L'astensione all'intervento militare e in molti casi il totale non-interventismo sono aspetti cruciali dell'ideologia libertaria. Per molti libertari e per Weld specialmente, l'intervento militare statunitense “degli ultimi 25 anni” nel Medio Oriente non ha creato che una destabilizzazione, una formazione di stati falliti e di vacui politici per movimenti estremisti come l'ISIS. Inoltre è loro convinzione che l'interventismo militare contribuisca in maniera significativa all'incremento del debito pubblico, sottraendo risorse economiche che potrebbero essere utilizzate per migliorare le infrastrutture domestiche.
In considerazione di questo piano politico, è evidente come Johnson e Weld stiano assistendo ad uno scisma fondamentale nella base elettorale americana. Con una combinazione di filosofie politiche popolari sia per i democratici che per i repubblicani (che insieme rappresentano circa il 60% del voto), Johnson costituisce un vero e proprio rivale sia per Hillary Clinton che per Donald Trump. Nei sondaggi politici nazionali, Johnson è proiettato conservativamente attorno al 10-13% per guadagnarsi la popolarità nazionale necessaria a raggiungere il 15% nei poll nazionali, necessario a partecipare ai dibattiti presidenziali.

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