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Corteo per Fortuna, sedie vuote di #parlamentari e #istituzioni a convegno sui minori

Una tragedia. Una tragedia solo nell’immaginare cosa abbia sofferto la piccola Fortuna e tutti gli altri bambini come lei. Una tragedia pensare come possa sentirsi sua madre, suo padre, la sua famiglia. Una tragedia sapere che nel mondo esistano molte persone come l’aggressore di Chicca, che possiamo scontrarli al lavoro, in palestra, al bar, in fila alle poste centrali. Esseri viventi come tanti, ma solo travestiti da umani. È una tragedia pensare che in quel Parco Verde di Caivano possano esserci complici di Titò –Raimondo Caputo accusato di violenza sessuale e omicidio di Fortuna – e che possano fare del male ad altri bambini. Tragedia è pensare che in quel palazzo degli orrori – perché l’orrore non è solo di quel corpicino che ha patito l’inferno in vita e che ora grazie a Dio ne abbracciano l’anima gli angeli del Cielo, l’orrore è sulle facce di tutti quei silenzi tradotti in una sola parola, omertà – possano esserci altri bambini violentati, aggrediti, scioccati e rapiti dalla loro infanzia. Non è facile vivere in un posto del genere e non è facile sapere che al di la del pianerottolo, sopra il tetto e sotto i pavimenti strisciano vermi travestiti da umani. Con tutto il rispetto per i vermi. È la paura che fa l’omertà, la solitudine genera silenzio. Ma se lo Stato – ovviamente attraverso le Forze dell’Ordine, le Istituzioni, l’ascolto, l’intervento – si facesse vivo più spesso forse ci sarebbe meno solitudine, dunque meno paura e finalmente meno omertà.
La tragedia più grande – a dimostrazione delle parole suddette – è stata rappresentata dalle sedie vuote al convegno sui minori tenutosi al Comune di Caivano lo scorso 26 maggio, poco prima della marcia. Poche persone, niente parlamentari, niente istituzioni, forse troppo impegnati a riscaldare le proprie poltrone. Ma se coloro che possono fare qualcosa non ci sono cosa ci si aspetta da chi non può fare nulla? Lo stesso sindaco di Caivano, Simone Monopoli, ha commentato questo silenzio indecente: “Ho scritto a tutti da almeno 15 giorni e non ho ricevuto alcuna risposta”. È ripugnante. Eppure, il corteo che ha seguito l’incontro ha dimostrato ancora una volta che il futuro è dei bambini. Che loro sanno sempre qual è la cosa giusta, che domani andrà meglio. Protagonisti della marcia, infatti, i bambini, molti dei quali amici della piccola Chicca, che arrivati sotto quel posto maledetto dove Chicca salutò la sua vita hanno liberato nell’aria decine di palloncini bianchi. Il mondo è crudele perché chi ha orecchie per sentire chiude gli occhi. Ciao Fortuna.

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