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Firenze, continuano i controlli congiunti nei “capannoni alveare”

Firenze – I finanzieri del Gruppo di Firenze, congiuntamente al personale dell’Arma dei Carabinieri, della Direzione Territoriale del Lavoro, dell’A.S.L., dei NAS e della Polizia Municipale di Signa hanno sottoposto a controllo 3 capannoni ubicati nel comune di Signa – località San Mauro – dove operavano 6 ditte, tutte gestite  da soggetti di etnia cinese, che confezionavano capi di abbigliamento, scarpe ed accessori di pelletteria. Gli immobili erano stati suddivisi in diverse porzioni, ognuna delle quali occupata da una ditta. Al momento dell’accesso presso le strutture sono stati identificati 50 lavoratori di origine cinese che, dai successivi controlli, sono risultati essere: 20 completamente “in nero”; 24 irregolari. Tra questi vi era anche 1 clandestino che è stato successivamente denunciato all’Autorità Giudiziaria fiorentina per il reato di ingresso e soggiorno nel territorio dello Stato (art. 10 bis, D.Lgs 286/98) e per la mancata ottemperanza all’espulsione (art. 14 comma 5 ter, D.Lgs 286/98). Denunciato anche il datore di lavoro per il reato di impiego di manodopera clandestina (art. 22, c.12, D.Lgs 286/98). La D.T.L. ha emesso 4 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale (ai sensi dell’art. 14, del d.lgs. 81/2008) per impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro all’atto del controllo. Inoltre, sono state constatate violazioni amministrative per sanzioni pecuniarie complessive pari ad € 91.800. I funzionari della ASL hanno riscontrato diverse violazioni sulla normativa igienico sanitaria nei luoghi di lavoro per le scarse condizioni di  sicurezza e pulizia dei macchinari e dei servizi igienici. All’ interno di uno dei capannoni controllati sono stati  scoperti, tra l’altro, 16 loculi dormitorio, ricavati in una porzione del fabbricato, completamente privi di finestre, in violazione delle norme igienico-sanitarie nonché di quelle relative alla destinazione d’uso dell’immobile commerciale. L’intera struttura è stata posta sotto sequestro ed il proprietario (un italiano) denunciato all’Autorità Giudiziaria per il reato di abusivismo edilizio (art. 44, lett. B del D.P.R. 380/2001). 

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