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Grandi Opere, grandi promesse, grandi spese

Infrastrutture attese da decenni, che se dovessero essere realizzate cambierebbero la faccia della città e della regione in modo decisivo. La storia è nota: sono opere che, nel corso degli anni, hanno subito proroghe, aggiunte, revisioni, mutazioni, e chi più ne ha più ne metta, e nel tempo si sono accavallate, facendo levitare i relativi costi, sebbene la Regione abbia trovato recentemente una nuova e discreta intesa e una metodologia operativa in linea con le necessità dei numerosi Comuni coinvolti sia nel territorio di Genova, che di Savona, e specialmente con gli Enti e le Società che lavorano a tali progetti, fra cui “Per Cornigliano”, Ferrovie, Anas, per trovare una soluzione comune ai tanti problemi ancora insoluti che opere di tali dimensioni e impegno pongono soprattutto sul piano ambientale. Per non parlare dei costi che, complessivamente, superano i tre miliardi e mezzo di euro, per la realizzazione della strada a mare di Cornigliano (inizialmente presentata con una base d’asta di 150 milioni e giunta all’imminenza dell’apertura dei cantieri, con una durata di tre anni circa, con altri cantieri secondari che richiederanno tempi più lunghi); per proseguire con l’Aurelia Bis a Savona e La Spezia, e soprattutto la Gronda di Ponente e il Terzo Valico. Complessivamente si parla di dieci Grandi Opere.
Riguardo a Cornigliano, il rifacimento della strada a mare comprende poi una enorme opera di riqualificazione urbana e ambientale che ha a che fare con lo stabilimento siderurgico Italsider.
Il presidente Claudio Burlando ha dichiarato che “Cornigliano in pochi anni si libererà dell’inquinamento industriale ed entro breve si dovrà definire la terza fase dell’uscita dalla siderurgia, ovvero la parte che riguarda le aree ex Italsider da recuperare per destinare a funzioni urbane e sociali. Vedremo quanto avanzerà per i lavori sul quartiere tolti i costi per le infrastrutture e per la bonifica. Maggiori particolari sui cambiamenti che si prospettano per il quartiere vengono dall’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Genova. Inoltre va affrontato il discorso sulla viabilità della Val Polcevera, poi i lavori a Sampierdarena per Lungomare Canepa a quattro corsie, per il quale chiediamo anticipatamente scusa ai cittadini per i disagi che dovranno affrontare”.
Più lunghi i tempi previsti per il nodo ferroviario di Genova, con interventi alla stazione di Voltri e prolungamento della bretella, quindi realizzazione del nuovo piano regolatore a Sampierdarena, Principe e Brignole: sei anni per una riorganizzazione radicale dell´intera rete ferroviaria metropolitana, con l´obiettivo principale di separare i flussi merci e passeggeri, e i flussi a lunga percorrenza da quelli locali. Ciò permetterà di incrementare notevolmente la frequenza dei convogli metropolitani e sviluppare il trasporto merci e l´intermodalità verso la Pianura Padana. Il costo complessivo è stato stimato in circa 623 milioni di euro.
L´Aurelia Bis a Savona richiede un impegno complessivo di 240 milioni: una nuova strada di circa cinque chilometri, buona parte in sotterranea, con due svincoli e raccordi all´autostrada e ai porti di Savona e Vado, che alleggerirà il traffico sull´Aurelia. I lavori si dovrebbero concludere nel 2013.
Le vicende della Gronda di Ponente e del Terzo Valico sono ben note ai cittadini genovesi e liguri, ma sono ancora lontane le iniziative concrete. Nei fatti, esiste la reale prospettiva che la Liguria, una volta collegata adeguatamente e stabilmente con Lombardia e Piemonte, possa diventare la piattaforma logistica più importante dell’Europa meridionale e la prima del Mediterraneo. Che questo possa avvenire in tempi ragionevoli è un altro discorso. E’ essenziale che, oltre alla ripresa dell’economia internazionale e, per quanto riguarda la Liguria in particolare, la ripresa dei traffici marittimi, siano realizzate le condizioni base quali la riforma della gestione portuale (amministrazione scali merci e passeggeri, facilitazione delle procedure, dragaggio, responsabilità delle Authority, autonomia finanziaria), le infrastrutture stradali e ferroviarie, la logistica, prima ancora di procedere con i cantieri di lavoro.
In questo scenario, si è già verificato l’interesse, da parte di alcune grandi banche, a intervenire con un contributo. Tutto ciò non può prescindere, comunque, dalla considerazione del ruolo strategico della logistica, nodo cruciale del processo in atto che vede la Liguria protagonista.
Un complesso di dieci Grandi Opere si diceva, con l’iniziativa del presidente Claudio Burlando che ha coinvolto, oltre all’Ente Regione, le Prefetture, i Comuni, le Province, e Autorità Portuali, Sviluppo Genova, e molti altri organismi.
“E’ stata una iniziativa accolta molto positivamente – ha affermato Burlando – e un incontro che poggia su dieci opere di particolare importanza per valenza e dimensioni, praticamente già tutte progettate e finanziate che, però, hanno bisogno di un’accelerazione delle procedure per essere avviate definitivamente. Siamo soddisfatti e crediamo che una analoga iniziativa possa essere impostata presto anche per iniziative private”.
E come per magia, finalmente lo scorso febbraio i ministri Claudio Scajola e Altero Matteoli (Sviluppo Economico e Infrastrutture-Trasporti) hanno avviato ufficialmente due delle opere in programma da oltre dieci anni: il Terzo Valico e il potenziamento del nodo ferroviario di Genova.
Dal 2000, per mancanza di risorse finanziarie e poca chiarezza di accordi contrattuali che la TAV aveva assunto con l’azienda COCIV (come General Contractor) i lavori erano ad un punto morto. Vi era infatti una sorta di “azzeramento contrattale” con l’assenza di programmazione in grado di fissare una adeguata sequenza logica di fasi organizzative. Il problema, specialmente nel caso dell’asse ferroviario, si presentava da risolvere sotto un triplice aspetto: il ripristino del rapporto contrattuale con l’Ente General Contractor, tramite un rigido strumento legislativo; la necessità di una ulteriore legge che regolasse le tappe della programmazione dell’asse Milano-Genova; e una programmazione ed esecuzione del tratto ad alta velocità per la continuazione della Genova-Milano con la Milano-Verona-Padova, intesa come obiettivo di importanza nazionale, approvato anche dal Parlamento Europeo nell’aprile 2004 come parte integrante del corridoio comunitario Rotterdam-Genova, inquadrato nel Terzo Valico.
Con la Finanziaria 2010, e a seguito di una nota della Corte dei Conti, il nostro governo ha approvato l´opera per lotti funzionali. Il prossimo finanziamento previsto dal CIPE per il secondo lotto potrebbe valere 1,2 miliardi di euro ed essere approvato nel 2011, e dovrebbe prevedere l´avvio di sei fronti di scavo della galleria principale.
Per quanto riguarda il nodo ferroviario di Genova, ovvero lo spostamento a monte dei binari tra Voltri e Brignole, la delibera CIPE di approvazione del progetto definitivo, col relativo finanziamento per 632 milioni di euro, è del 29 marzo 2006 e prevedeva l´utilizzo del sistema dell´appalto integrato. Invece RFI, su richiesta dell´amministratore delegato del gruppo FS, Mauro Moretti, non ha mai visto di buon occhio sia il ricorso alla figura dei general contractor che quello degli appalti integrati. Nel gennaio 2008 è stata poi definita una delibera CIPE per la progettazione esecutiva (le opere civili a carico RFI, e le tecnologie innovative di competenza del Consorzio Saturno) per procedere all´attività negoziale con appalto di sola costruzione.
La verità storica, seppur scomoda, deve essere comunque ricordata anche per la vicenda della Gronda di Ponente, che originariamente non comprendeva il Tunnel della Fontanabuona. Un´opera che non riguarda solo Genova o la Liguria, ma che è un vero e proprio passante transnazionale che collega il nostro Paese con la Francia e la penisola iberica ad ovest ed i mercati del centro Europa.
Nel 2007 il ministro Di Pietro ha preteso la modifica degli accordi tra Anas e Autostrade, sottoscritti nel 2004, per la realizzazione di nuove opere in Italia. Dai cinque miliardi di euro che erano l´impegno iniziale, le Autostrade accettarono di investirne dieci su tutto il territorio nazionale. Per la Liguria, nel 2007 in Regione fu firmato, dallo stesso Di Pietro, ANAS, Autostrade e tutti i soggetti territoriali liguri interessati, compresa quindi Regione e Provincia di Genova, un nuovo protocollo d´intesa.
Oggi, per la prima volta, i cittadini hanno a disposizione uno strumento di valutazione: è possibile consultare, on-line sul sito web della Regione, l’intero documento dell’attività amministrativa della Regione Liguria, definito “Bilancio di Mandato”. Un documento particolareggiato di circa 200 pagine con tutto quello che è stato fatto, settore per settore, prendendo come spunto il Programma di Governo del 2005.
Il testo è stato curato da Liguria Ricerche con la collaborazione degli uffici regionali. Rispetto al programma di Governo ci sono due sezioni in più: una riguarda la gestione delle risorse finanziarie e un´altra riassume i numerosi provvedimenti straordinari che sono stati presi dalla fine del 2008 per contrastare la crisi economica.
Una logica consequenziale nella intricata vicenda è comunque ancora poco visibile. L’unica luce per il momento rimane quella nel portafoglio vuoto dei cittadini.

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