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3 arresti per corruzione

Tre arresti per corruzione e uno per furto aggravato a Roma.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno dando esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica, che dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di tre persone ritenute responsabili di un giro di corruzione.

L’attività d’indagine è partita dopo la denuncia di un imprenditore al quale era stata prospettata la possibilità di attenuare la sua posizione nell’ambito di un’indagine che lo vedeva coinvolto purché si affidasse ad un professionista indicato per la gestione di un settore amministrativo della sua società.

I reati contestati ai tre arrestati, a vario titolo, sono tentata induzione indebita a dare o promettere utilità; corruzione; rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio nonché tentata violenza privata.
Perquisizioni nei domicili e luoghi di lavoro degli indagati sono tuttora in corso.

All’Alessandrino, invece, a Roma sud-est, è stata sfondata la vetrina di un minimarket per compiere un furto.

I ladri si erano già appropriati di generi alimentari e detersivi per oltre 6.100 euro quando gli sono piombati addosso i Carabinieri del Nucleo Radiomobile che li hanno arrestati.

A finire in manette con l’accusa di furto aggravato in concorso sono stati un 39enne romano, già conosciuto alle forze dell’ordine, e una ragazza romana di 35 anni, incensurata.

Nella notte, la coppia di ladri aveva forzato la porta d’ingresso di un market di via Aufidio Namusa – gestito da un cittadino del Bangladesh e in quel momento chiuso – utilizzando un tubo in ferro per impalcature, iniziando a fare razzia di merce.

Il rumore da loro prodotto ha, evidentemente, messo in allarme alcuni residenti che hanno fatto scattare la segnalazione al “112”, consentendo ai Carabinieri di intervenire in tempo utile per bloccare i ladri, dopo un breve inseguimento a piedi, e recuperare l’intera refurtiva.

I due arrestati sono stati trattenuti in caserma in attesa del rito direttissimo.

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