Roma – Normalmente le varie console videoludiche sono dotate di un sistema di protezione per impedire la riproduzione di videogames illegali o di altri contenuti contraffatti.
Da sempre però esistono 'smanettoni' che modificano i propri device disabilitando questa protezione e quindi di fatto, “craccandoli”.
Secondo la Corte di Giustizia Europea però, “craccare” una console non sempre può essere considerato illegale.
Gli esperti si sono espressi in merito a un contenzioso presso il Tribunale di Milano tra la Nintendo e PcBox, sito che vende online console modificate. E la risposta è stata sorprendente, perchè per la Corte la protezione delle console “comprende esclusivamente le misure tecnologiche destinate a impedire o a eliminare gli atti non autorizzati di riproduzione o di distribuzione delle opere dotate di diritto d'autore“. Protezione quindi aggirabile se permette la riproduzione di terzi.
“Nintendo – si legge in una nota – continuerà a impegnarsi pienamente con il Tribunale di Milano in modo da consentire di raggiungere una decisione motivata in esame nella causa civile contro PCBox. Inoltre, dato che Nintendo utilizza solo e sempre misure di protezione necessarie e proporzionate per impedire la diffusa pirateria della proprietà intellettuale, e dato che l’obiettivo preponderante dei dispositivi di elusione commercializzati da PCBox è quello di consentire la pirateria dei videogiochi legittimi, Nintendo è fiduciosa che l’applicazione delle linee guida stabilite dalla Corte di giustizia dell’Unione europea sulla proporzionalità consentirà al Tribunale di Milano di stabilire che la vendita di dispositivi di elusione è illegale. Nintendo sostiene che i rapporti commerciali in dispositivi di elusione violano le leggi sul copyright e sulla proprietà intellettuale e continuerà a perseguire coloro che sono coinvolti nella distribuzione di tali dispositivi”.