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28 maggio 1974: Brescia non dimentica la strage di Piazza della Loggia.

Quarantacinque anni fa, alle 10:12 del mattino, un ordigno esplose a Piazza della Loggia, a Brescia. Le istituzioni, locali e nazionali, non dimenticano.

Rubò otto vite quell’ordigno, che il 28 maggio del 1974 cambiò per sempre i ricordi associati a Piazza della Loggia, teatro della strage. Erano le 10:12, quando l’esplosione scosse la città di Brescia. Ieri, martedì 28 maggio 2019, a 45 anni di distanza dalla tragedia, il segretario della Cgil di Brescia Silvia Spera ha aperto la cerimonia di commemorazione della dell’attentato terroristico di matrice neofascista. “Siamo in piazza per non dimenticare”, ha detto Spera. Il segretario ha poi letto il discorso scritto da Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 45° anniversario della strage di Piazza della Loggia, in cui morirono 8 persone e oltre 100 rimasero ferite.

“Le innocenti vite spezzate quella mattina del 28 maggio 1974, lo strazio dei familiari, il dolore dei feriti, l’oltraggio inferto a Brescia e all’intera comunità nazionale dai terroristi assassini sono parte della memoria indelebile della Repubblica”, ha detto il Capo dello Stato. “In questa giornata di anniversario si rinnovano i sentimenti di solidarietà di tutti gli italiani”, molti dei quali hanno partecipato a “quella straordinaria reazione civile e democratica, che ha fatto fallire la strategia eversiva”. “Una catena eversiva legava la strage di Piazza della Loggia ad altri tragici eventi di quegli anni: la democrazia è stata più forte e ha sconfitto chi voleva violarla.”

Anche il Presidente della Camera Roberto Fico si è unito alla commemorazione, inviando un messaggio al sindaco di Brescia, Emilio Del Bono. Fico ricorda le vittime e i feriti, “colpiti mentre partecipavano ad una manifestazione antifascista in occasione di uno sciopero generale”. “Nel contesto storico di quegli anni, la scelta folle e crudele di uccidere persone inermi – a Brescia come in molte altre città italiane – faceva parte di un progetto delirante volto a destabilizzare il percorso di emancipazione sociale e civile in cui era impegnato il nostro Paese, con l’intento di minarne le istituzioni democratiche e la convivenza civile. Occorre non soltanto ricercare la verità sulle singole stragi ma fare anche luce piena su quel disegno unitario – la cosiddetta ‘strategia della tensione’”, ricorda Fico.

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