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Lombardia – Approvata mozione a favore di Stamina

Milano – Sta crescendo in modo sempre più forte negli ultimi giorni il malcontento per la bocciatura del metodo Stamina, , la cura sperimentale realizzata dal professo Davide Vannoni che ha finora permesso di mantenere viva la speranza a chi soffre di malattie rarissime e senza cura, decisa dal governo e ufficializzata dal Ministro Beatrice Lorenzin  Molti, infatti, hanno ritenuto la decisione presa dal comitato scientifico davvero inappropriata soprattutto perchè arrivata senza avere verificato con precisione se il metodo a base di cellule staminali sia pericoloso come si sostiene e soprattutto non sono mancate proteste vivaci da parte dei malati che ritengono questo modo di agire una sorta di omicidio autorizzato nei loro confronti. 
Davanti a una situazione di questo tipo il Consiglio Regionale della Lombardia non poteva restare inerme e ha deciso così di intervenire in prima linea per cercare di risolvere, per quanto possibile nelle sue facoltà, la questione: nella giornata di ieri è stata così approvata una mozione che chiede al governo di rendere pubblica la documentazione della Commissione che ha valutato e bocciato la sperimentazione del metodo Stamina. Questa scelta presa dal Pirellone è stata approvata a maggioranza con i voti di PdL, Lega Nord, Lista Maroni Presidente, Fratelli d’Italia, Pensionati, e di alcuni consiglieri del Movimento 5 Stelle (la capogruppo Paola Macchi ha lasciato libertà di coscienza ai propri consiglieri perché “esistono sensibilità diverse”),
I consiglieri del Pd, del Patto Civico e altri consiglieri del Movimento 5 Stelle non hanno invece partecipato al voto. Il documento impegna anche la Giunta ad intervenire sul Governo affinché vengano tutelati con soluzioni legislative gli operatori sanitari che in questo momento stanno somministrando i trattamenti sulla base di ordinanze giudiziarie e al tempo stesso che oltre agli Spedali Civili di Brescia, unico ospedale nel quale l’infusione di cellule mesenchimali avviene, siano individuate altre strutture sanitarie affinché si “possa permettere di adempiere alle disposizioni normative in tempi compatibili con le esigenze dei pazienti”.

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