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ENPA – I soldi di Padre Pio nelle casse dell'Ente?

Associazione Nazionale Protezione Animali… ma non solo, stando alle inchieste in corso. Da qualche mese “Edizioni Oggi” sta conducendo un'inchiesta giornalistica che sembra avere dato il via a ben altri sviluppi.
Le indagini della Procura avrebbero portato alla luce investimenti ancora ben poco chiari, in particolare su fondi gestiti dallo stesso ENPA che sarebbero finiti in acquisti di ville di lusso nientemeno che sulle coste del Mar Rosso, in cliniche private, misteriosi prelievi su conti correnti, e soprattutto sulla gestione di lasciti testamentari piovuti per benevolenza, da destinare alla cura degli animali e invece “devoluti” per altri scopi che nulla hanno a che fare con gli “amici a quattro zampe”. E le implicazioni andrebbero ben oltre i confini genovesi.
L'inchiesta di “Edizioni Oggi” è stata ripresa da diverse testate locali e nazionali, in particolare con gli articoli di Diego Pistacchi. La nostra Redazione aveva ricevuto una segnalazione da un lettore, nella quale si faceva riferimento ad un misterioso lascito testamentario del 2006, che stabiliva una donazione, regolarmente registrata presso un noto studio notarile, con cui una anziana signora lasciava tutti i suoi averi alla sezione genovese dell'ENPA. Beni immobili e denaro che, secondo precise clausole, nelle quali era anche fissato l'onorario dell'avvocato curatore della pratica, dovevano essere eseguite a vantaggio sia dell'Ente Protezione Animali che di altri istituti di carità.
Non solo, era anche indicato il nome del professionista e quello di un “supplente” nel caso il primo non avesse accettato l'incarico. Tutto con una precisione estrema, anche dal punto di vista formale, con firme, bolli e sigilli: 50mila euro alla “Casa di Sollievo della Sofferenza di Padre Pio” a San Giovanni Rotondo; 10mila euro alla “Opera don Guanella” (Ricovero San Giuseppe) di Roma; 10mila euro alla “Associazione Amici del Cane” di Genova e altri 10mila euro alla parrocchia di “San Paolo” di Genova. In più, altri 20mila euro indicati in un secondo documento ufficialmenter registrato il 20 ottobre 2003 come “Allegato a testamento olografo”. Da verifiche fatte, nessuno dei nominati avrebbe mai ricevuto nulla. Da notare che il testamento in questione stabiliva un tempo massimo di 60 giorni per l'evasione delle pratiche in oggetto.
Il tesoriere nazionale ENPA, Piermario Villa, ex assessore al traffico del Comune di Genova, aveva poi comunicato all'associazione che il valore del testamento era molto inferiore alle attese, dal momento che diversi immobili sarebbero stati in condizioni inaccettabili e in altri abitavano inquilini che pagavano affitti troppo bassi. Insomma, aveva spinto perché quei beni lasciati ad Enpa venissero venduti.
L'ENPA  aveva così provveduto ad un'operazione finanziaria a vantaggio di un acquirente, la società “Hiram – Promozioni e Iniziative Immobiliari”, per 2 milioni e 700mila euro. E nelle casse dell'ENPA sarebbero comunque rimaste notevoli sostanze.
La Procura avrebbe sequestrato una voluminosa documentazione che conterebbe varie prove di occultamento di conti fino al 2012, almeno fino a quando è stato deciso il commissariamento dell'ENPA.
Il pm Nicola Piacente, che sta arttualmente condiucendo l'inchiesta, sta analizzando la posizione dell'ex tesoriere Piermario Villa, iscritto nel registro degli indagati per il reato di appropriazione indebita aggravata. Con lui anche Rosanna Zanardi, compagna dello stesso Villa nonché ex presidente della sezione ligure dell'ENPA. Le indagini stanno poi analizzando le operazioni immobiliari in egitto e la posizione di quattro società e fondazioni nelle quali Villa possedeva quote azionarie e partecipazioni e attraverso le quali potrebbe essere passato parecchio denaro.
E mentre a Genova sono morti, per mancanza di cure, un esemplare di gru e uno di daino, dove sono andati a finire tutti i soldi dell'ENPA?

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