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Messina – Le indagini delle Fiamme Gialle su trame e poteri cittadini

Facendo seguito alla precedente pubblicazione, in data 18/12/2012, prosegue l'inchiesta di “Edizioni Oggi” sulle collusioni e gli intrecci fra i poteri forti nella città dello Stretto.
Alle ore 12,26 del 16.01.2008, la Guardia di Finanza, registrava un'ulteriore conversazione tra Vincenzo Savasta e il vice-prefetto Ciriaco, nella quale entra anche Salvatore Formisano.
Formisano chiede alla Ciriaco lumi relativi al contenuto della comunicazione di avvio del procedimento e precisamente sul punto dove si parlava di sospendere la licenza allo stesso per tutta la durata dell’affitto d’azienda.
La Ciriaco informava Formisano, che avrebbe mandato tale comunicazione per posta per come concordato con Savasta, e riferiva allo stesso di avere consegnato “a loro” (Antonino Romano ed Emanuele Galizia), brevi manu, nella giornata precedente, in quanto erano presenti in Prefettura e il Prefetto aveva disposto l’immediata notifica.
Formisano lamentava che tale avvio di procedura aveva rotto gli equilibri in quanto l’Università non poteva più pagare a loro. La Ciriaco ad un certo punto diceva al Formisano Salvatore che “ si augurava che giorno 30, 31, e il 2 e 3 febbraio ci sarebbe stata l’udienza del Giudice Iannello e si augurava per il bene di tutti e per la salute che il Giudice diceva che l’affitto era illegittimo”.
Formisano riferiva alla Ciriaco: “Ieri l’avvocato Grasso dell’avvocatura dello Stato si era pronunciato in modo favorevole, (per cambiare il parere dell’avvocatura, questa volta in loro favore), mentre oggi vedendo questa comunicazione di avvio di procedimento si era messo un’altra volta tutto sotto sopra.”
Altri particolari, che la Guardia di Finanza, nella sintesi della trascrizione, non avevano messo in debito rilievo, e che si ritenevano importanti sono: che VincenzoSavasta , in attesa di passare al telefono Formisano alla Ciriaco, chiedeva allo stesso se l’avvocato (riferendosi all’avvocato Grasso dell’avvocatura) era già arrivato e si intuiva che vi era in atto una riunione, con lo stesso, all’Università di Messina; la Ciriaco, nella telefonata in oggetto tranquillizza il Formisano, sull’avvio del procedimento, allo stesso sfavorevole, dicendogli che il tutto non era ancora deciso, in quanto poi dovevano dalla stessa essere valutate le memorie presentate dalle parti e pertanto: “vengono valutate e poi si vedrà il nero può diventare bianco e il bianco può diventare nero, non penso che all’Università sono persone ignoranti”. Diceva ancora la Ciriaco “ a parte che c’erano i pareri favorevoli e noi ci siamo dovuti per forza….. noi, il Prefetto, s’è dovuto muovere in quel senso, perché io sinceramente ero andata dal Prefetto con due avvii di procedimento, uno in cui si diceva: che c’erano i motivi ostativi, perché voi avevate deliberato la revoca dell’affitto d’azienda e un’altra in cui si diceva, invece, che riconoscevamo l’affitto e il Prefetto mi aveva detto: dottoressa per una questione di coerenza…., io dato i pareri favorevoli che ho ricevuto, devo procedere”
Alle ore 13,41 del 16.01.2008, si registrava una ulteriore telefonata, tra Formisano che utilizza il telefono di Savasta e la Dottoressa Ciriaco.
Nella sintesi della conversazione, la Ciriaco riferiva a Formisano, di avere parlato con il Dott. Bilardo, direttore Amministrativo dell’Università di Messina e che era presente anche l’avvocato Genovese dell’avvocatura dello Stato. Formisano rappresentava alla Ciriaco, che la lettera del Prefetto relativa all’avvio di procedimento aveva fatto il giro della città e le guardie erano in agitazione. Aggiungeva ancora di riferire al Prefetto la situazione che si era creata e che le guardie non appena avrebbero avuta la notizia che l’Università non pagava avrebbero scioperato.
Alle ore 14,01 del 16/01/2008, si registrava una conversazione tra il Savasta e l’avvocato Antonino Lo Giudice. Savasta informava l’avvocato Lo Giudice, di essere stato all’Università dove c’era pure l’avvocato Grasso dell’avvocatura Dello Stato, il quale a suo dire avrebbe detto che su due piedi non se la sentiva di sbugiardare un parere che la Prefettura aveva già acquisito, chiedendo tempo.
L’avvocato Lo Giudice riferiva a Savasta di avere parlato in merito con tale Nicola di questa situazione, il quale voleva fargli scrivere due parole all’Avvocatura costituendosi formalmente.
Alle ore 15,30 del 16.01.2008, La Guardia di Finanza, registrava una conversazione, tra Vincenzo Savasta e l’avvocato Antonino Lo Giudice, a seguito della quale si evinceva che Savasta riferiva all’avvocato Lo Giudice, di avere partecipato ad una riunione dei saggi presso l’Università di Messina, dove aveva fatto un intervento, illustrando una sorta di promemoria della situazione; rappresentava che a questa riunione era presente anche l’avvocato Grasso dell’Avvocatura Dello Stato, il quale a suo dire non se la sentiva di andare contro il parere già espresso dall’avvocatura. A questo punto visto che l’Università, a seguito dell’avvio di procedimento, non poteva effettuare i pagamenti alla società investigative “Il Detective s.r.l.”, Savasta suggeriva a Lo Giudice di contattare il suo amico Michele Schinella del giornale Centonove e di far fare un articolo, dettandogli il titolo; l’avvocato Lo Giudice rispondeva “perfetto, ora appena io torno vediamo”. L’avvocato Lo Giudice, informava il Savasta di avere incontrato l’avvocato Lo Castro ed Emanuele Galizia ai quali aveva fatto una proposta “ ma che ne pensate se paghiamo le Guardie e incassiamo pure novembre e dicembre”. Savasta si arrabbiava, e rispondeva negativamente perché farebbero una brutta figura con le guardie e nello stesso tempo, in questo caso, non potevano utilizzare una lira dei soldi che incassavano.
L’avvocato Lo Giudice insisteva dicendo che così le Guardie si sarebbero calmate, ma Savasta rimaneva fermo sulle sue posizioni, e anzi insisteva con l’avvocato Lo Giudice nel fare pubblicare l’articolo sul settimanale “Centonove”. Ancora Savasta insisteva con il Lo Giudice, affinchè quest’ultimo l’indomani mattina si recasse dall’avvocato Grasso dell’avvocatura Dello Stato per fare pressioni, aggiungendo che nei prossimi giorni l’avvocato Grasso farà il parere.
+A questo punto, dal momento che il gruppo di Savasta tramite l’avvocato Grasso dell’avvocatura Distrettuale dello Stato, non era riuscito ad avere un parere differente, circa la regolarità dell’affitto d’azienda, in quanto quest’ultimo non se la sentiva di sbugiardare un precedente parere espresso dal suo stesso ufficio, le attenzioni del gruppo si concentravano tutte sul sequestro d’azienda al fine di avere la certezza che lo stesso sarebbe avvenuto in loro favore a seguito dell’udienza prevista presso il Giudice Civile del Tribunale di Messina.
Anche se Savasta insisteva con l’avvocato Lo Giudice nel fare pressioni, sull’avvocato Grasso, che comunque nei prossimi giorni avrebbe dovuto dare il parere all’Università di Messina per il pagamento delle fatture in loro favore.
L'incontro a Reggio Calabria, tra il Galizia, l'avvocato Lo Castro e l'avvocato Antonino Lo Giudice, di cui fa cenno la conversazione sopra riportata tra Savasta e L’avvocato Lo Giudice , effettivamente era avvenuto presso il TAR di Reggio Calabria. Nell'occasione il Lo Giudice tramite l'avvocato Lo Castro, avvicinava il signor Galizia, al quale proponeva se era possibile procedere al pagamento degli stipendi dei dipendenti del Detective.
Il signor Galizia, rispondeva subito positivamente, asserendo che si sarebbe fatto garante anche della decisione della signora DanielaCorio, alla condizione che entrambe le parti in lite, si sarebbero recate presso gli Enti appaltanti ed in particolare l'Università di Messina, sboccando i pagamenti relativi alle fatture sui servizi prestati, da cui prelevare la somma esatta per il pagamento degli stipendi e depositando tutto il resto in un libretto infruttifero intestato alla società, che successivamente sarebbe stato nelle disponibilità di chi era destinato alla gestione della stessa.
Lo Giudice, chiedeva in merito di effettuare la telefonata su riportata, e pertanto si appartava per dire poi alla fine della conversazione, che nessun accordo si poteva fare.
Poi dalla telefonata intercettata, come abbiamo avuto modo di constatare, il Lo Giudice aveva chiesto l’autorizzazione a Vincenzo Savasta circa la controproposta di Galizia, ma Savasta rifiutava categoricamente tale accordo che a suo specifico dire “avrebbe fatto fare bella figura al signor Galizia e alla signora Corio Daniela nei confronti dei dipendenti, ma cosa ben peggiore, loro non avrebbero avuto la possibilità di maneggiare soldi,” al contrario il Savasta induceva l'avvocato Lo Giudice a chiamare il giornalista del settimanale “Centonove” Michele Schinella, per fare un articolo allo scopo di creare confusione. Alla faccia dei poveri dipendenti che in prossimità delle feste natalizie aspettavano gli stipendi che l’arroganza del Savasta ha loro negato…
Questo episodio alquanto grave, sta a dimostrare che, malgrado Savasta non avesse alcun ruolo in seno alla società, essendo solo socio al 5%, in effetti dirigeva il tutto (pur essendosi accasato alla società concorrente KSM con funzioni di dirigente al fine di far transitare gli appalti del Detective a quest’ultima) e non certamente Salvatore Formisano pur essendo il rappresentante legale dell’azienda.
L’evidente complicità tra i due personaggi è dimostrata dal fatto che Salvatore Formisano non ha mai preso le distanze d Savasta e dal suo operato, ciò è anche comprovato dal fatto che l’Autorità Giudiziaria Inquirente ha anzi definito Salvatore Formisano come un soggetto del tutto acquiescente e nelle mani di Vincenzo Savasta.
Continua …

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