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Lombardia – Primarie centrosinistra, tutti pronti per attuare la svolta

Milano – E' iniziata la sfida per le primarie del centrosinistra che porteranno a scegliere il candidato per le elezioni regionali che si terranno in Lombardia, ma sono tutti concordi sull'idea che sia necessario attuare nel territorio una svolta dopo ben diciasette anni di governo Formigoni. Sarà una sfida impegnativa per tutti gli schieramenti politici quella che porterà alla scelta del nuovo presidente della Regione Lombardia, che si prepara a raccogliere l'eredità di Roberto Formigoni con il chiaro obiettivo di dare ai cittadini una serie di persone su cui contare con un atteggiamento più trasparente dopo i recenti scandali che hanno colpito diversi esponenti. Proprio per questo motivo i candidati alle primarie del centrosinistra si sono presentati ieri per un confronto che si è tenuto all'Auditorium San Carlo a cui hanno potuto prendere parte centinaia di cittadini che non hanno voluto farsi sfuggire l'occasione di porre domande a chi potrebbe presto essere al governo in Lombardia e sono apparse evidenti le differenze tra le varie personalità presenti. Sul palco erano presenti in quattro, Umberto Ambrosoli, Alessandra Kustermann, Andrea Di Stefano e Roberto Biscardini, ma significativa della volontà di realizzare delle primarie di tipo civico che non siano quindi solo legate alle idee dei partiti è stata anche l'accettazione di questa proposta da parte del caporedattore dello Sport di Libero, Fabrizio Biasin (“Se sono primarie civiche partecipiamo anche noi”) e di Giorgio Radaelli del Pd di Lecco. 
Non sono mancate però le frecciate lanciate alla passata legislatura con cui il centrosinistra vuole attuare una rottura importante ed è per questo che Umberto Ambrosoli, che ha deciso di scendere in campo dopo un iniziale rifiuto dovuto però soprattutto al poco tempo a disposizione per preparare un programma, ha voluto sottolineare proprio quanto accaduto nell'ultimo periodo che ha portato alla fine dell'esperienza di governo di Roberto Formigoni: “L'arresto di Zambetti è un fatto di una gravità inaudita. La giunta è caduta perchè perché sono state aperte le porte a chi compra i voti dalla 'ndrangheta. Proprio per questo sarebbe interessante la creazione di una commissione antimafia, che potrebbe essere presieduta da Giancarlo Caselli. La situazione di crisi economica ci impone però anche di lanciare una sfida e di fare un accordo con il centrodestra per istituire un tetto di spesa per la campagna elettorale coerente con la drammaticità del momento che molte famiglie stanno vivendo”. Significativo anche il pensiero di Biscardini, che punta anche lui a una rottura con l'esperienza Formigoni: “Bisogna togliere le incrostazioni che durano da 17 anni, ma non sarà una cosa facile. Noi dobbiamo rappresentare tutti i lombardi e dobbiamo presentare un progetto globale”. Gli applausi maggiori sono però arrivati per Andrea Di Stefano, l'esponente più a sinistra di tutti, che è arrivato addirittura a parlare di una dittatura che si sta per chiudere in Lombardia: “Vogliamo chiudere 17 anni di dittatura di un uomo solo al comando. Dobbiamo partire dalla riforma dello statuto che non parla mai di diritti. Noi dobbiamo garantire il diritto al lavoro, alla salute, al bene comune”. Non sono mancati gli applausi anche per la Kustermann, l'unica donna pronta a proporsi per un ruolo impegnativo: “Propongo il riequilibrio dei generi. Cinquanta per cento di donne in giunta, cinquanta per cento di donne nelle direzioni regionali, cinquanta per cento di donne nei cda delle partecipate. A chi dice, forse ingenuamente ma sbagliando, che il privato non deve essere demonizzato (il riferimento è ad Ambrosoli, ndr), diciamo che la sanità non è una merce, la sanità non deve essere una merce”. 

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