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Latina Oggi – La verità di Roberto Papaverone (SONDAGGIO)

Sulle pagine del quotidiano Latina Oggi prosegue la campagna di attacco frontale e senza scopo apparente  ai danni dell'imprenditore Roberto Papaverone. Una serie di articoli diffamatori che colpiscono l'uomo nelle sue attività economiche, senza preoccuparsi di coinvolgere lavoratori e aziende solide e che danno lavoro in un periodo di grande crisi.
Come promesso, lo stesso Papaverone intende chiarire ogni dubbio presentando sulla pagine del suo quotidiano on line la sua verità supportata da prove ed elementi incontestabili.
“Proprio il tentativo di preservare il giornale è stato usato per avviare una campagna diffamatoria senza precedenti – spiega Papaverone – Le scaramucce con il senatore Ciarrapico, ex proprietario di Latina Oggi, risalgono a molti anni addietro quando ero presidente del Latina Calcio. Il suo giornale mi attaccava quasi ogni giorno e per motivi che non mi sono mai stati del tutto chiari. Tra noi c’era una amicizia e abbiamo anche fatto affari insieme operando entrambi con una società di servizi aerei. Ho cercato sempre di aprire un dialogo con il giornale ma non mi è mai stato concesso”.
L’imprenditore è comunque sempre rimasto molto affezionato al giornale della città dove ha avuto molti interessi e attività.
“L’ho sempre considerato un giornale con una grande storia – spiega Papaverone – e con una grande potenzialità. Per questo motivo ho sofferto molto quando ho saputo che, come altre Testate, aveva iniziato ad avere dei problemi”.
Da qui l’idea che seppur nata con nobili intenzioni, si è trasformata in occasione di ulteriore e ancor maggiore acredine tra l’imprenditore e la proprietà del giornale.
“Ho pensato di proteggere il giornale registrando il marchio – racconta ancora Papaverone – e l’ho fatto dopo ripetuti e approfonditi incontri con il direttore, Alessandro Panigutti. La situazione era chiarissima e c’erano testimoni a poter confermare quanto dico: il mio era un gesto a salvaguardia e non certo “contro” il giornale”.
L’intenzione era quella di evitare che qualcuno, approfittando delle difficoltà del giornale, o peggio, del suo tracollo economico, potesse utilizzare il marchio per “scalare” la proprietà.
“Ho fatto tutto per il bene del giornale e non certo per sostituirmi a Ciarrapico – precisa Papaverone – ogni mia intenzione è stata annunciata e discussa con il direttore Panigutti. Per questo sono rimasto ancor più ferito e deluso per come sono poi andate le cose”.
L’imprenditore pontino fa riferimento ad alcuni articoli pubblicati proprio da Latina Oggi in cui il giornale lo definiva “un corsaro” attribuendogli intenzioni che, invece, erano esattamente il contrario di quanto intendeva fare.
“Sono rimasto molto male – spiega ancora Papaverone – nel leggere quell’articolo spazzatura che il direttore Panigutti non può non aver letto. Proprio lui che non ha mai detto una parola per farmi desistere dalle mie intenzioni, anche solo per mettermi in guardia circa la possibile erronea interpretazione del mio agire. Sapeva bene che sarebbe bastata una telefonata per chiarire tutto ma quella comunicazione, dopo mesi di incontri e di riunioni non c’è stata. Hanno preferito gettare fango sul mio cognome e attaccarmi con accuse assurde attribuendomi ogni male possibile”.
Un attacco mediatico senza esclusione di colpi, a partire da quel titolo “Trucco Papaverone” che l’imprenditore pontino conserva quale monito sulla doppiezza delle persone.
Il senatore Ciarrapico, prima di essere coinvolto nelle ben note vicende giudiziarie proprio a causa di Latina Oggi, se l’è presa e ha trascinato Papaverone in Tribunale dove, però, un magistrato attento a non lasciarsi trarre in inganno dalle apparenze, ha approfondito la vertenza ed ha respinto le accuse mosse dal gruppo editoriale ed ha condannato persino al pagamento delle spese processuali.
“E’ tanto vero che non avevo nessun interesse particolare nella vicenda – racconta ancora Roberto Papaverone – che ho subito messo a disposizione il marchio gratuitamente. I miei avvocati hanno trasmesso alla controparte la mia intenzione, a chiarimento dell’equivoco, di donare gratuitamente il marchio all’editore o, ancor meglio, ai giornalisti del quotidiano. Desideravo che comprendessero l’equivoco e potessero diventare loro protagonisti del futuro del giornale. L’offerta è stata presentata personalmente anche al direttore Panigutti e di fronte a testimoni”.
La proposta di Papaverone, però, è stata trattata con sufficienza e questo non è piaciuto all’imprenditore che certamente non ha un carattere facile sebbene mosso da spirito ed intenzioni sempre improntate alla chiarezza e alla onestà.
“Hanno accolto la mia proposta con sufficienza, quasi con scherno – spiega Papaverone – sembrava che gli avvocati mi facessero una cortesia ad accettare il marchio che offrivo con un gesto da gentiluomo. Un atteggiamento che non ho apprezzato e che mi ha fatto decidere di andare in causa per vedere se ero nel giusto o meno. Il giudice mi ha dato piena ragione, rigettando prima il provvedimento d’urgenza e poi la richiesta dell’editore di Latina Oggi. Sono stati persino condannati al pagamento delle spese processuali, nessuna compensazione, evidentemente il magistrato non ha avuto alcun dubbio sulle mie intenzioni. Peccato che quei soldi li debba ancora vedere. Non si sono nemmeno degnati di onorare la sentenza di un giudice e poi sarei io il “pirata”.
Con il marchio ceduto gratuitamente ai giornalisti di Latina Oggi, si sarebbe potuto procedere ad un salvataggio che aveva le sue fondamenta sul marchio stesso. Era possibile far nascere una società nuova e senza i debiti e le irregolarità presunte o reali a carico della precedente e far rinascere Latina Oggi senza l’enorme fardello che oggi rischia di trascinarla a fondo.
“A giudicare da quel che leggo sui giornali di Latina Oggi, con la montagna di debiti e le difficoltà a pagare gli stipendi – spiega ancora Roberto Papaverone – forse sarebbe stato meglio accettare la mia proposta e magari ricambiare con una parola gentile ed una stretta di mano come usa tra gentiluomini”.
E invece Latina Oggi si è lanciata, ed è tutt’ora impegnata – in una campagna diffamatoria che ha come obiettivo Papaverone e le sue attività. Una macchina del fango scatenata per colpire un imprenditore “colpevole” di aver voluto aiutare il giornale in un momento di difficoltà.
“A farmi veramente male è stata la serie inqualificabile di articoli scritti sul caso giudiziario che ha colpito mio fratello Maurizio – spiega Papaverone – un caso che, giorno dopo giorno, si sta trasformando in una “bolla di sapone”. Per colpire me hanno scritto le cose peggiori su mio fratello, usando il cognome come un’arma, citandolo strategicamente nel titolo e accostandolo al mondo della criminalità a reati di ogni genere. Sono certo che se mio fratello non avesse avuto il mio cognome la vicenda avrebbe trovato spazio in un articoletto nascosto nelle pagine meno lette. Invece lo hanno trasformato in un “mostro” ed hanno trasformato un giornale con una storia rispettata ed un marchio di prestigio in vera e propria carta igienica. Questo non posso perdonarlo”.
Ovviamente la vicenda non ha trovato altrettanto spazio, con altrettanto rilievo, quando si è “sgonfiata” dimostrando la malafede di chi ha voluto colpire Papaverone.
“Spiace anche che alcuni giornalisti si prestino a questi “giochi” – spiega ancora Papaverone – mentre il loro editore non trova il denaro per pagare gli stipendi. Forse sarebbe meglio prestare maggiore attenzione a quello che sta succedendo che a trovare il modo per infangarmi ancora”.
“Mi piacerebbe poter incontrare gli ottimi giornalisti che ancora lavorano con passione e professionalità – aggiunge ancora Papaverone – per un confronto sincero e per cercare di capire se loro hanno delle idee e delle proposte per salvare il giornale. Si tratta di professionisti apprezzati e di grande abilità che vengono usati in modo indegno come armi per colpire il nemico. Sono certo che loro non sono d'accordo”.

 

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