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Latina Oggi – Colpite Papaverone con ogni mezzo

“Colpite Papaverone con ogni mezzo”. Sembra essere questo l’ordine impartito alla “corazzata” Latina Oggi da qualche comandante con i binocoli annebbiati. Almeno questo è il sospetto maturato dal noto imprenditore pontino che, da qualche tempo, sembra essere diventato il bersaglio preferito di un giornale che invece di affrontare l’ormai fatale emorragia di copie vendute, la mancanza di un concreto piano imprenditoriale di rilancio e gli enormi debiti che crescono ogni giorno di più, sembra preferire la tattica del “crepi Sansone e tutti i Filistei”.
Non si spiegano diversamente gli attacchi studiati a tavolino tesi più a scagliare fango che ad argomentare quanto sostenuto negli articoli, quasi che lo scopo non fosse tanto il denunciare fantasiose e spesso ridicole macchinazioni quanto al saltare a piè pari nella melma, come farebbe un bambino, per vedere che effetto fa lo schizzo di materiale putrido che impatta sugli oggetti posti attorno.
Ogni schizzo un urlo di gioia, in un gioco al massacro che risulta comprensibile solo a chi lo ha ideato.
Nel mezzo un imprenditore, la sua storia, e molti, moltissimi posti di lavoro che Latina Oggi sembra aver dimenticato e che rischiano di essere messi a repentaglio da voci completamente destituite di fondamento.
Una missione suicida che si concluderà con una raffica di querele e di richieste danni da parte dell’imprenditore che dapprima ha scelto di non rispondere per non alimentare la polemica ma poi, visto il livello raggiunto, ha dovuto decidere di reagire per difendere la propria onorabilità.
Latina Oggi ha paragonato Papaverone ad un “pirata” quando decise di difendere il giornale acquisendone il marchio. Ma poi si dimenticò di raccontare ai suoi lettori che l’imprenditore pontino offrì gratuitamente il marchio alla proprietà ed ai giornalisti perché potessero rilanciarlo davvero senza finire, come sembra essere successo, dalla padella alla brace.
Fatti ben conosciuti al direttore di Latina Oggi, Alessandro Panigutti che ha ripetutamente incontrato Papaverone all’epoca dei fatti e ben conosceva le reali intenzioni benevole dell’imprenditore, preoccupato per le sorti della Testata storica di Latina.
Direttore che dopo aver dimenticato gli incontri con l’imprenditore, alla presenza di testimoni, dimenticò anche di raccontare che Papaverone vinse quando fu trascinato inutilmente in tribunale proprio per la proprietà del marchio e che da allora Latina Oggi non ha pagato neppure le spese processuali cui era stata condannata, a dimostrazione del rispetto per le leggi di cui si erge a paladino quando si tratta di questioni che riguardano altri.
Poi ci fu l’inqualificabile attacco ai danni del fratello di Papaverone, Maurizio, coinvolto suo malgrado in un caso giudiziario che giorno dopo giorno si sta trasformando in una bolla di sapone e che presto gli ridarà quella onorabilità distrutta da paginate nelle quali il cognome era usato come una clava per colpire il familiare.
Cognome che non sarebbe mai finito sulle pagine del quotidiano se non fosse stato lo stesso del “nemico giurato”.
Ci saranno altrettante pagine piene di scuse e di precisazioni quando dovrà essere restituita una onorabilità alla persona coinvolta? L'imprenditore Roberto Papaverone ne dubita.
Infine, ed è storia di queste settimane, di questi giorni, la raffica di ingenui, infondati quanto diffamatori articoli su presunte irregolarità che interesserebbero uno dei molti interessi di Papaverone a Latina, il suo hotel.
Giornalisti che da mesi non percepiscono lo stipendio – al punto che il loro caso ha fatto intervenire il sindacato di Stampa Romana (http://www.stamparomana.it) – sono stati costretti a trasformarsi in altrettanti “cecchini” pronti a sparare contro un nemico che non hanno scelto e per motivi che non condividono.
Il loro datore di lavoro, la Neo dell’editore Palombo, rinvia di mese in mese il pagamento del dovuto a fornitori e collaboratori, ha subito il fermo dell’immobile utilizzato come Redazione a Frosinone per morosità e non ha ancora presentato un piano editoriale per far fronte a debiti per almeno 17 milioni di euro ma chiede ai suoi dipendenti di “sparare” su Papaverone, forse, il sospetto è lecito, nel tentativo di spostare altrove l'attenzione o di trovare un modo per disfarsi del giornale, magari utilizzando il pretesto di una sentenza che lo condannerà al pagamento di un enorme risarcimento danni d’immagine.
Papaverone, però, ha deciso di rispondere e lo farà personalmente, come sua abitudine, sulle pagine di questo giornale. Il suo intervento promette scintille e se battaglia dovrà essere, ebbene si svolga ad armi pari.

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