Nonostante che per alcuni giorni la cronaca non si sia occupata della vicenda della giovane Yara, uccisa a Brembate il 26 novembre 2010 e ritrovata tre mesi dopo in un campo a pochi chilometri dal luogo della sparizione, le indagini non si sono fermate, anzi, stanno proseguendo a tutto spiano.
L'inchiesta è sempre basata sulle verifiche dei campioni di Dna raccolti in questi mesi. Esclusa la linea maschile, adesso gli investigatori sono concentrati su quella che è considerata la chiave del giallo:il Dna che si sta cercando fra gli oltre diecimila campioni di sangue femminile raccolti è quello della madre dell'assassino. Se e quando verrà trovato, sarebbe il tassello mancante per il completamento del profilo genetico dell'assassino. Per ora è stato identificato il padre dell’assassino, il cui profilo genetico corrisponde in parte con quello ritrovato sul corpo della ragazzina: un operaio di Gorno, nel Bergamasco, morto nel 1999, rintracciato grazie all'analisi del Dna del figlio, che mostrava alcune tracce di somiglianza con quello rinvenuto sui resti della tredicenne assassinata.
L’omicida di Yara sarebbe, quindi, il fratellastro del ragazzo di Gorno, probabilmente un figlio illegittimo del padre nato in conseguenza di una relazione extraconiugale. Un uomo che dovrebbe avere circa 35-40 anni. Gli inquirenti sono arrivati a pensare che la donna potrebbe essere già morta, o potrebbe essere una prostituta e non sapere chi è il padre di suo figlio.
L'assassino di Yara Gambirasio, secondo quanto riferito dagli investigatori, sapeva molto bene quello che faceva e quasi certamente quali fossero le sue intenzioni.