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Salerno Gay Pride: la città si trasforma in un “arcobaleno di diritti”

SALERNO– La popolazione tutta, comprensiva di nonni, nonne e nipotini, hanno affollato ieri le strade di Salerno che per un giorno si è trasformata in una città “arcobaleno di diritti”, per riaffermare quel concetto così semplice e al tempo stesso pur così complicato da metabolizzare:” Libertá è soprattutto poter amare chi si vuole”, come ricorda Alessandro Cecchi Paone, ospite d’eccezione insieme al VladimirLuxuria. Musica, colori e voglia di giustizia, voglia di riscatto, contro le discriminazioni sessuali, contro l'omofobia, per ribadire che il Pride non può essere una festa fine a sè stessa ma che deve proseguire per i restanti 364 giorni dell'anno. Si anela al riconoscimento delle coppie di fatto, alla possibilità di contrarre matrimoni ( ma non solo simbolici come quelli che sono stati celebrati lo scorso Venerdì nell'area dell'ex Salid, al Pride Village). C'erano un fiume d'umanità animato dallo stesso entusiasmo e protesoi verso la conquista dei medesimi diritti. 5000 le persone conteggiate dagli organizzatori (“appena” duemila per la questura). Ma in un'occasione come questa, in cui per la prima volta la città scende in campo per gridare a gran voce i propri diritti, non sono i numeri che contano, ma le intenzioni e soprattutto, quel che conta, è che tutto questo è sinomino palpabile di un profondo cambiamento dei tempi in cui, probabilmente, come si spera, taluni episodi di aberrante discriminazione, cedono il passo alla 'diversità' (diverso da chi?) intesa come ricchezza. Tra i tanti striscioni su cui campeggiano scritte che dicono basta alle ingerenze della chiesa e all'omofobia, c'è uno che testimonia la solidarietà ai fatti che hanno tristemente travolto Brindisi :”Con il cuore a Brindisi, con le gambe al Pride”. C’è Amnesty International che ricorda l’articolo uno della dichiarazione universale dei diritti umani:«liberi ed uguali in dignitá e diritti». Anche le coppie etero coi loro bambini sono presenti alal sfilata del Pride:”Perchédevono capire fin da piccoli che la diversitá non è altro che una delle grandi ricchezze dell’umanitá”. A parlare così una di queste mamme. In molti si fanno “tatuare” sul volto l’arcobaleno, i cui colori sono diventati da tempo il simbolo della comunitá Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). A sfilare ci sono anche tanti politici: manca il sindaco Vincenzo De Luca, ma ci sono il senatore Alfonso Andria, il consigliere regionale Anna Petrone, il segretario del Pd Enzo Amendola, i consiglieri comunali Angelo Caramanno, Marco Petillo, EmilianoTorre, gli assessori Gerardo Calabrese, Ermanno Guerra, Franco Picarone, Alfonso Buonaiuto. Chi si lascia coinvolgere è il sindaco di Sicignano degli Alburni Alfonso Amato(«Oggi siamo tutti gay» urla dal palco), ormai sempre in prima linea in molte battaglie di civiltá. Il corteo che sfila festoso e acceso dei colori del'arcobaleno, prosegue senza eccessi sino a Piazza Amendola dove la parata si conclude tra il clamore e l'entusiasmo di tutti i convenuti. Il prossimo appuntamento è fissato a Napoli, per il 30 giugno. E' tutto il Sud a testa alta che scende in piazza, perchè i diritti sono patrimonio inusurpabile di ogni essere umano e non è più accettabile che ancora ci sia chi nutra altre convinzioni.

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