Cosa sta succedendo nei reattori nucleari di Fukushima? Saperlo può aiutare a comprendere meglio la situazione di pericolo e i possibili scenari che si stanno aprendo.
La centrale atomica di Fukushima è “vecchia”. E´ in attività da oltre 40 anni e doveva andare in pensione già da alcuni mesi.
La compagnia elettrica che la possiede, però, è riuscita a far autorizzare la sua “attività prolungata”.
Come tutte le centrali atomiche giapponesi (a tutte quelle di ultima generazione) ha un dispositivo automatico per il blocco della reazione nucleare in caso di terremoto.
Quando l´allarme scatta le barre di combustibile radioattivo vengono “isolate” da altre barre in grafite, spinte tra quelle di uranio per rallentare la reazione nucleare che produce enormi quantità di calore.
In pratica è come se le barre di grafite funzionassero come “isolante” evitando che il contatto tra le barre accenda lo scontro tra le particelle atomiche che stanno alla base del processo di reazione.
All´interno del reattore la temperatura scende notevolmente ma non è ancora “spento”. Per farlo occorre raffreddare ancora di più le barre con l´uso di liquidi refrigeranti o acqua.
Il terremoto potrebbe aver danneggiato questo impianto o, ancora, il crollo della diga di Fukushima potrebbe aver lasciato “a secco” gli enormi recipienti di acqua che poteva raffreddare il reattore.
L´uso di acqua di mare per raffreddare potrebbe essere un tentativo in estremis di ridurre il calore ma anche la prova che il normale fluido usato non è disponibile nelle quantità necessarie.
La presenza di acqua potrebbe essere addirittura controproducente poichè le barre di uranio sono rivestite di zirconio che, iniziando a fondere, potrebbe aver reagito creando idrogeno. Il gas provoca esplosioni che potrebbero spiegare quelle già avvenute a Fukushima e che potrebbero aver causato sette decessi tra operai, tecnici e soldati.
Il reattore numero 1 sarebbe “sotto controllo” ma il numero 2 ed il numero 3 potrebbero aver già dato origine alla fusione del nocciolo come dichiarato da Tepco, l´azienda produttrice dell´energia elettrica.
In caso di fusione del nocciolo, l´unica barriera rimane il sarcofago di cemento e acciaio, studiato e creato proprio per resistere alle terribili temperature che si sviluppano (oltre 2000 gradi celsius).
Ma, anche in questo caso, è la presenza di idrogeno a impensierire poichè le esplosioni che ne deriverebbero possono alterare la stabilità del sarcofago e arrivare alla sua distruzione.
In caso di frattura del sarcofago il materiale radioattivo verrebbe a contatto con l´ambiente circostante come avvenne nella centrale di Chernobyl, in Ucraina.