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Roma – Crisi aperta nel settore cinema e Tv

 Roma – I lavoratori del cinema e dello spettacolo televisivo sono in agitazione per il drastico calo delle produzioni e chiedono interventi immediati per risolvere la situazione.

Oggetto della protesta sono i provvedimenti adottati dal governo, che hanno spinto i responsabili del settore a diffondere un comunicato ufficiale, dal tenore che non lascia dubbi: “I lavoratori e i tecnici del cinema hanno deciso di occupare la casa del Cinema per sensibilizzare l´opinione pubblica sulla crisi finanziaria che colpisce il  mondo delle produzioni cinematografiche e televisive. Il governo sembra considerare questa simbolica istituzione come un residuo fallimentare, e a questo punto il fallimento è diventato un pericolo reale, che comporta la perdita di numerosi posto di lavoro. Informazione, ricerca e cinema sono settori che il governo sta demolendo giorno per giorno. Prima abbiamo assistito al taglio del Fondo Unico per lo Spettacolo, con il raggiungimento del minimo storico; poi è stata rinviata e quindi dimenticata la proposta di una nuova legge per il Cinema, e sostituita dal deleterio “Decreto Bondi”, quindi si è arrivati al “Decreto Romani” che ha ridotto gli investimenti, nonostante una notevole ripresa del mercato pubblicitario legato alle produzioni. Ultimamente si è aggiunta la proposta del Comune di Roma per una totale revisione della gestione della Casa del Cinema, per la quale si prospetta l´appalto ad un Comitato di Affari con totale libertà e poteri“.

Gli addetti del settore, i lavoratori, hanno deciso di fare fronte unico e opporre un deciso “No” a proposte che nascondono vere e proprie intenzioni di smantellamento, con la formulazione di una seria e concreta contro-proposta: Libero mercato sganciato dalle catene Rai e Mediaset; riappropriazione dei diritti da parte di autori e produttori; utilizzazione dei canali digitali terrestri; proposte per utilizzo di finanziamenti pubblici, e diverse altre idee che possono risollevare un mercato, nel quale sono impegnati oltre 250mila lavoratori.

“Siamo il fanalino di coda dell´intera Europa” conclude il documento.

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