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Tribunale di Milano: è legittimo vietare l’ingresso a volto coperto in alcuni uffici pubblici

Non si tratta di razzismo, ma della necessità di tutelare la pubblica sicurezza: sono queste le giustificazioni al provvedimento, adottato dalla Regione Lombardia, per vietare l’ingresso in alcuni uffici pubblici, a chi indossi veli islamici tipo burqa e niqab. A riconoscerlo è stata un’ordinanza, pubblicata dalla I sezione civile del Tribunale di Milano.

Secondo l’ordinanza, il provvedimento adottato dalla Regione Lombardia è stato motivato dall’esigenza di poter agevolmente riconoscere i volti degli utenti che fanno ingresso in luoghi particolarmente affollati. Un sacrificio che le donne islamiche devono sopportare, perché non si tratta di un atto discriminatorio, essendo del tutto legittimo imporre la circostanza che il volto dell’utente di determinati uffici sia riconoscibile. La scelta di indossare il velo islamico rientra nella vita privata delle donne musulmane e, in quanto tale, va tutelata ai sensi dell’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e certamente il provvedimento della Regione Lombardia va ad incidere su questa scelta, ma questa circostanza è giustificata dalle esigenze di pubblica sicurezza.

La decisione del Tribunale di Milano apparentemente segue un indirizzo diverso da quello della Corte di Strasburgo che aveva stabilito illegittimo l’assoluto divieto di indossare il velo islamico negli spazi pubblici. Il caso giudicato dal Tribunale di Milano, invece, riguarda un provvedimento i cui effetti incidono soltanto su alcuni luoghi pubblici di pertinenza della Regione. Tra l’altro, la delibera non vieta l’ingresso soltanto a chi indossi il velo islamico, ma a chiunque intenda accedere all’ufficio avendo il volto coperto, compreso chi il casco, il passamontagna e altri copricapi che non consentono di riconoscere il volto dell’utente. Un provvedimento, dunque, non discriminatorio e comunque motivato dalle esigenze di pubblica sicurezza, idonee a limitare l’esercizio delle altrui libertà, compresa quella di manifestare il proprio credo religioso.

 

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