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Stupro di Firenze: la Procura militare indaga per mancata consegna e peculato. Oggi l’interrogatorio del secondo carabiniere

Spuntano i nomi dei due carabinieri indagati.

Nuovi sviluppi nel caso delle due studentesse americane che hanno accusato due carabinieri di violenza sessuale. Dopo le dichiarazioni spontanee dell’appuntato scelto Marco Camuffo, oggi sarà interrogato Pietro Costa, il secondo carabiniere coinvolto nella vicenda. Questi i nomi dei due indagati, finora infatti non si sapeva l’identità di nessuno dei due militari.

Indagati dalla Procura militare

La Procura militare ha aperto un’indagine autonoma anche per mancata consegna e peculato. Nessuno dei due carabinieri ha avvisato la sala operativa di aver accolto a bordo dell’auto di servizio le due ragazze nei pressi della discoteca “Flo”, episodio da cui poi sarebbe sfociato lo stupro. Quel passaggio dato alle studentesse viola le norme di servizio, a prescindere da quello che sarebbe accaduto in seguito.

Altre violazioni delle norme di servizio

Sono accuse gravi, quelle della violata consegna e del peculato, che si sommano ad altri reati commessi, quali la presenza al bar della discoteca, la gazzella usata come taxi, senza emergenza in corso. A ciò si aggiunge la mancata relazione di servizio da parte dei due, che non è mai stata consegnata ai loro superiori. Inoltre si sta verificando se la zona fosse di loro competenza quella notte. I due militari dovranno rispondere di tutto ciò al Procuratore militare, Marco De Paolis e al sostituto, Antonella Masala, titolare del fascicolo.

I pm fiorentini

L’omissione di tutta una serie di azioni che i militari avrebbero dovuto compiere per non infrangere le regole dell’Arma ha portato la magistratura fiorentina ad una serie di considerazioni. Infatti non sembra, a questo punto, essere credibile la versione data ai pm, coordinati dal procuratore Giuseppe Caiazzo, da parte dell’appuntato Marco Camuffo che aveva dichiarato di “non sapere che cosa mi sia successo quella sera”.

L’interrogatorio del secondo carabiniere

Oggi dovrebbe essere interrogato Pietro Costa, il collega trentenne di Marco Camuffo, quello con cui era in servizio la sera dell’aggressione. Il militare ha fatto sapere, tramite il suo avvocato, di essere disponibile a rispondere alle domande dei magistrati. Camuffo ha dichiarato di aver visto il suo collega entrare in ascensore con la ragazza ma di non sapere cosa poi sia successo. Versione smentita dalla ragazza che sostiene invece di essere stata violentata.

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