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Riforma Codice Antimafia – Senato dà il via libera, la riforma torna alla Camera

Roma -Il via libera dal Senato per la riforma del Codice Antimafia, con 129 sì, 56 no e 30 astenuti. Il testo adesso torna alla Camera.

Il provvedimento aveva un’anomalia da correggere, svista sottolineata da  Antonio Azzollino (FI) e che riguardava l’articolo 32 comma 4, dove parlava di 20 milioni nel triennio invece che specificare la spesa per ogni singolo anno. Accorgimento riconosciuto come valido dall’attuale presidente della commissione Bilancio, Giorgio Tonini. 

La riforma del Codice Antimafia prevede alcune novità, tra queste le norme previste per i mafiosi si estendono a chi finisce nel mirino della giustizia per per corruzione, concussione, terrorismo e stalking. Confische e sequestri della proprietà dei boss hanno portato finora nelle mani dello Stato beni per circa 25 miliardi di euro.

Ad uscirne rafforzata è l’Agenzia per i beni sequestrati  e confiscati, che avrà un direttore che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado. Ci saranno delle limitazioni per gli amministratori giudiziari, che non potranno avere più di 3 incarichi e non potranno essere parenti fino al quarto grado, ma neppure conviventi o “commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. L’agenzia per i beni sequestrati e confiscati rimarrà sotto il controllo del Ministro dell’Interno e avrà 200 unità: la sede sarà a Roma e sedi secondarie a Reggio Calabria, Palermo, Catania, Napoli, Bologna e Milano.

 

 

 

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