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Rifiuti Tossici, maxi inchiesta e arresti per discarica abusiva ad Aprila

Discarica abusiva di rifiuti tossici interrati: lo scandalo di Aprilia si estende tra indagati e arrestati

Il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato la Squadra Mobile e la Polizia Stradale di Latina, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno eseguito n. 21 misure cautelari emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma a carico di 21 soggetti ritenuti responsabili di aver realizzato e gestito un’enorme discarica abusiva nel territorio di Aprilia, località Tufetto.

La zona è sottoposta a vincolo idro-geologico, ma solo a marzo 2016 sono iniziate le indagini

Le indagini traggono origine dall’attività svolta dalla Polizia di Stato, a partire dal mese di marzo 2016, su un anomalo e intenso traffico di veicoli pesanti che, anche in orario notturno, accedevano in via Corta di Aprilia, diretti nell’area in cui insiste una cava di pozzolana dismessa da anni.

Per anni sono stati sversati  enormi quantitativi di rifiuti attraverso mezzi pesanti che procedevano con

il trasporto ed il successivo interramento di materiali tossici.

22 persone ritenute colpevoli, tra cui 16 arrestati, una di loro risulta irreperibile

Le  misure cautelari per il carcere sono state eseguite nei confronti di:

  1. PIATTELLA Antonino, nato a Roma il 04.01.1964;
  2. PIATTELLA Riccardo, nato a Velletri (RM) il 14.02.1995;
  3. LANARI Roberta, nata ad Aprilia (LT) il 24.05.1966;
  4. BACCI Elio detto” Mauro”, nato a Trevi nel Lazio (FR) il 16.12.1953;
  5. CARNEVALE Donatella, nata a Velletri (RM) il 25.07.1964;
  6. CARNEVALE Catia, nata a Velletri (RM) il 02.07.1969;
  7. BERNACCHIA Giampiero, nato a Frascati (RM) il 27.05.1969;
  8. SESTINI Remo, nato a Roma il 26.03.1962;
  9. MORESCHINI Stefano, nato a Roma il 29.10.1958;
  10. LUCIDI Sante, nato a Valle Castellana (TE) il 28.10.1958;
  11. LUCIDI Dario, nato ad Aprilia (LT) il 09.06.1985;
  12. COGONI Riccardo, nato ad Aprilia (LT) il 08.08.1989;
  13. MANZINI Alberto, nato ad Aprilia (LT) il 22.12.1958;
  14. MARTINO Antonio, nato a Sant’Agata dè Godi (BN) il 14.09.1965;
  15. BONCI Paolo, nato ad Albano Laziale (RM) 16.01.1970;

L’applicazione delle misure cautelari del divieto di dimora nel comune di Aprilia, Ardea e Velletri e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. nei confronti di:

  1. SANTIONI Carlo. nato a Gualdo Tadino (PG) il 16.02.1944;
  2. ESANUCristineì detto Cristian” nato in Romania il 18.12.1966;
  3. PUCA Aldo, nato a Tearw (CE) il 05.02.1985;
  4. TELESCA Patrizio, nato ad Aprilia (LT) il 27.10.1981;
  5. PAPI Alessandro, nato in Genzano di Roma (RM) il 26.06.1982;
  6. 21.OLTEANU Karly Ninel, nato a Craiova (Romania) il 30.06.1974;

Enormi invasi scoperti durante le indagini aeree condotte dalla Polizia di Stato

La Polizia di Stato effettuava numerosi servizi di osservazione, anche con l’utilizzo dei velivoli del Primo Reparto Volo di Roma, rilevando come all’interno della cava fossero  realizzati invasi, nei quali venivano sversati rifiuti di varia natura dai quali, in molti casi, esalavano fumi inquietanti.

I rilievi fotografici effettuati nel corso di un sopralluogo aereo, confrontati con le immagini satellitari risalenti nel tempo, consentivano, sin da subito, di accertare che alcune delle enormi buche fossero di recentissima realizzazione.

Le telecamere della D.D.A. romana soro risultate determinanti per le indagini

Previa autorizzazione della D.D.A. romana, venivano quindi installate diverse telecamere, che consentivano di acquisire contezza delle attività illecite svolte all’interno del sito. In particolare, veniva rilevato che:

  • all’interno della cava era presente un escavatore con cui venivano realizzate buche ampie e profonde nel terreno;
  • all’interno di dette buche avvenivano sversamenti di ogni sorta di rifiuti solidi urbani, rifiuti da costruzione e demolizione nonché rifiuti pericolosi, come sembravano testimoniare le esalazioni colorate che si sprigionavano dai cumuli di materiale dopo lo scarico;
  • subito dopo lo sversamento dei rifiuti (che in alcuni casi rimanevano per giorni sui mezzi d’opera esposti al sole), i soggetti operanti nella cava provvedevano a ricoprirli di terra, al fine di celarli rapidamente e di limitarne le esalazioni maleodoranti e inquinanti.

Piattella Antonino ed il figlio Riccardo a capo della filiera clandestina

I servizi di osservazione, effettuati grazie al sistema di videosorveglianza, e le intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito di delineare, sin dalla fase iniziale delle indagini, che a gestire la discarica abusiva fosse PIATTELLA Antonino, autentico dominus dell’intera filiera illecita, nonché il figlio PIATTELLA Riccardo, gestore della cava a tutto tondo; questi, infatti, oltre a ricevere gli appuntamenti per gli sversamenti dai singoli conferitori, si occupava anche di manovrare personalmente escavatori e trattori stradali per provvedere allo scarico e all’interramento di enormi quantitativi di rifiuti. I Piattaella erano, talvolta,   sostituiti da LANARI Roberta, moglie di Antonino, che provvedeva sovente ad incassare i compensi per gli “scarichi” illeciti.

Le intercettazioni consentivano di individuare, le aziende di provenienza dei rifiuti, ubicate nelle provincie di Roma e Latina, i mezzi utilizzati nonché i soggetti che, a vario titolo, partecipavano al traffico illecito di rifiuti, ognuno con un ruolo ben determinato.

E’ stato quindi possibile ricostruire la rete di imprenditori coinvolti in qualità di conferitori, molti dei quali operanti proprio nel settore del recupero e dello smaltimento di rifiuti che, in luogo di rivolgersi a canali di smaltimento ufficiali e leciti, si servivano del sito gestito dai Piattella.

La descritta attività criminale ha consentito, peraltro, sia agli “smaltitori” che ai “conferitori” di ottenere elevatissimi profitti, successivamente reimpiegati nel circuito economico legale.

Infatti, mentre i primi hanno interamente incamerato, sottraendole al fisco, le somme illecitamente percepite per i singoli sversamenti, i secondi, invece, hanno conseguito un considerevole risparmio di spesa, evitando i maggiori costi derivanti dall’osservanza delle procedure previste per lo smaltimento autorizzato di rifiuti.

Tutt’ora in corso indagini per accertare eventuali corresponsabilità di funzionari degli uffici della pubblica amministrazione

Nel medesimo contesto, sono tutt’ora in corso  approfondimenti investigativi di carattere patrimoniale ed amministrativo.

La certezza è la smisurata  proporzione dei redditi dichiarati e dei  patrimoni  posseduti che, attraverso  circuiti economici legali, venivano “depurati” al fine   di evitare possibili azioni ablatorie da parte dello Stato.

Sotto  sequestro, 200.000 euro,  immobili, quote societarie, terreni per oltre 15 milioni di euro

In esito ai menzionati approfondimenti, pertanto, da un lato, sono state delineate a carico dei destinatari delle misure cautelari anche le condotte delittuose di trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio e, dall’altro, è stato eseguito il sequestro preventivo di 9 società, 11 quote societarie, 22 fabbricati civili ed industriali, 37 appezzamenti di terreno, 60 tra autovetture e mezzi d’opera aziendali, nonché numerosi rapporti bancari, tutti riconducibili agli indagati ed ai loro familiari e prestanome, per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

Nei confronti delle enti coinvolti a vario titolo nel traffico illecito è stata contestata la violazione del Decreto L.vo n.231/2001 sulla responsabilità amministrativa da reato degli enti, in relazione ai reati in materia ambientale commessi dai soggetti che vi rivestivano posizioni apicali.

A carico delle aziende “conferitrici” e dei rispettivi titolari è stata sottoposta a sequestro anche la somma complessiva di 200.000 euro circa, ritenuta profitto degli illeciti sversamenti.

 

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