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Pierre Kabeza: il professore fuggito dal Congo per aver insegnato la libertà

Pierre Kabeza, laureato in biologia, era un insegnante in Congo, ma le forze governative lo volevano eliminare perché insegnava ai suoi studenti il significato della libertà: «Botte e ricatti. Io e la mia famiglia siamo stati minacciati e depredati delle nostre cose più volte. Mi hanno anche offerto 33 mila dollari per stare zitto perché pensavano che fossi io ad organizzare tutti gli scioperi. Facevamo scioperi dove i partecipanti venivano picchiati dalle autorità, messi in prigione, ma quegli stessi poliziotti non capivano che ci battevamo anche per i loro diritti. Tante volte durante le mie lezioni ho visto bambini crollare per la fame, tra cui anche figli di soldati e poliziotti mal pagati dallo Stato. Il diritto dei bambini ad andare a scuola è fondamentale in Congo». Pierre è scappato, lasciando sei anni fa la regione dei Grandi Laghi e senza poter portare con sé la sua famiglia, composta dalla moglie e dalle figlie. Pierre adesso vive in Italia, dove gode dello status di rifugiato politico.

Nel suo Paese aveva fondato il sindacato degli insegnanti per tutelare il diritto al salario dei docenti e difeso con forza il diritto dei bambini ad andare a scuola.

A distanza di anni la situazione non è cambiata e le violenze sulle persone continuano, con stupri frequenti sulle donne con un tasso di Aids che ha raggiunto il 20% nella popolazione nelle province orientali: «Donne e bambine violentate davanti agli occhi di tutti. Separate poi a forza dalla propria gente e dai propri villaggi, perché i bimbi che partoriscono saranno cresciuti e addestrati per diventare soldati».

Ci sono infine i bambini soldato, I Kadogo, i bambini soldato, sono oltre 60.000 nel solo Congo, di cui oltre il 35 % sono bambine. «Senza garantire l’istruzione e una vita degna per tutti questi piccoli, il fenomeno può ancora peggiorare», ha denunciato Pierre. Per i militari, infatti, sono ottimi soldati perché obbediscono facilmente, sparano, uccidono, rubano. Una realtà che, secondo Pierre, non dovrebbe essere ignorata dai media occidentali: «Finché le nostre risorse serviranno alle industrie di Cina, America ed Europa anche i media occidentali continueranno a lasciare la nostra terra e le sue ingiustizie nel silenzio».

Secondo Pierre il problema è che alle economie occidentali conviene l’immobilismo politico presente in Congo: «Il vero problema del Congo è il Coltan che serve per la fabbricazione di componenti elettronici che si trovano nei televisori, nei computer, negli smartphone. È per questo che anche i media occidentali non ne parlano mai. Quello che succede nel nostro Paese rimane nascosto, nessuno può dire la verità». Molte risorse naturali presenti in Congo sono di molto importanti per le economie occidentali, soprattutto il Coltan, utilizzato nel settore automobilistico, aerospaziale, high-tech ed elettronico di cui i principali importatori sono Stati Uniti, Europa, Cina.

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