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Omicidio in cella a Viterbo: “Situazione ingovernabile”

E’ successo ancora. Un’altra aggressione si è consumata tra le mura del carcere di Viterbo. La tragedia è stata provocata da un forte litigio tra due detenuti. Uno dei due, nel corso della colluttazione, ha colpito l’altro all’addome, con un punteruolo.

Denuncia SAPPE: “Carceri sempre più ingovernabili”

Maurizio Somma, Segretario Nazionale del Sindacato di Polizia Penitenziaria-Lazio, ha commentato quanto accaduto a Viterbo. C’è stata una violenta colluttazione tra due detenuti, che dividevano la stessa cella”, ha commentato Somma.

“Uno prima colpito l’altro all’addome con un punteruolo artiginale, poi ha tentato il suicidio. Forse il pretesto del furioso pestaggio tra i detenuti è tra i più futili, ossia l’incapacità di convivere – seppur tra le sbarre – con persone diverse. O forse le ragioni sono da ricercare in screzi di vita penitenziaria o in sgarbi avvenuti fuori dal carcere. Fatto sta che l’uno ha ferito l’altro, soccorso e medicato all’interno del penitenziario per le gravi ferite. L’altro, quello che ha tentato il suicidio sventato dalla Polizia Penitenziaria in tempo, è stato condotto al Pronto soccorso”.Così Somma ha spiegato l’episodio di violenza.

E’ invece il Segretario generale del SAPPE, Donato Capece, a ricordare una vicenda simile accaduta nel carcere di San Gimignano. Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. I vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. E al Corpo di Polizia Penitenziaria servono almeno ottomila nuove unità per fronteggiare la costante emergenza carceri”.

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