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Nozze da fiaba a Monopoli, il “sì” dei rampolli newyorkesi Cohen – Sutton

La bellezza della Puglia fa da cornice al matrimonio dell’anno.

Il “sì” è stato pronunciato nel lido Santo Stefano a Monopoli (Bari), dove gli sposi hanno offerto ai loro 415 ospiti, appartenenti alle famiglie più ricche degli Usa, un ricevimento da 25 milioni di dollari.

Gli sposi

Eliot Cohen e Renee Sutton appartengono a due delle famiglie più ricche d’America. Lei è una dei cinque figli dell’immobiliarista siriano ebreo, Jeff Sutton, proprietario di un impero, tra case e palazzi a Manhattan, stimato oltre tre miliardi di dollari e che supera quello di Donald Trump. Lui, meno famoso ma comunque appartenente a una delle famiglie più benestanti della società americana.

La location

Un tripudio di bianco e di argento il lido di Santo Stefano. Fasci di luce a fendere il cielo e le acque, fontane zampillanti e giochi di fuoco e poi ancora carrozze e cavalli bianchi ad accogliere la sposa. Zona rigorosamente off limits grazie al lavoro delle forze dell’ordine e della guardia costiera. Poi musica dal vivo e feste ogni sera per gli invitati, alloggiati negli hotel più esclusivi della zona.

L’abito della sposa

Renee in abito bianco con strascico con ampia apertura sulla schiena, corpetto in pizzo, una collana e una coroncina in testa. Lui smoking nero e kippah sul capo.

ll rito ebraico

Il rito si è tenuto sotto la ‘huppa’, il tradizionale baldacchino preposto ai riti ebraici, collocata sopra la grande piattaforma installata per l’occasione sul mare. Molti i curiosi, tra bagnanti e turisti, che, tenuti a bada dalla sicurezza, hanno cercato comunque di sbirciare con binocoli o di fare foto agli sposi. La coppia è arrivata sulla spiaggia scendendo una scalinata in legno costruita proprio per la cerimonia. Ad accompagnare il loro ingresso “Can’t help falling in love” di Elvis Presley.

Il menù kosher

Un menù di cento portate, stampato in venti pagine. Questo il pranzo stellare offerto dagli sposi ai loro ospiti. La cucina, allestita per rispettare le rigide regole alimentari ebraiche, è stata divisa in tre sezioni separate da alte pareti divisorie per evitare di trasgredire il divieto biblico di mischiare carne e derivati con latticini e derivati. Le pietanze sono state preparate da uno staff, composto da più di 50 persone, di uno dei più importanti catering kosher di New York, il ‘Foremost catering’, con cuochi provenienti dalle più diverse origini geografiche (Sud America, Barbados, Germania, Filippine, Ecuador, Svizzera, Ungheria, Haiti, Siria).

Il coordinamento affidato agli chef italiani

Il coordinamento è stato affidato al ‘Resident Chef’ di Borgo Egnazia, Domenico Schingaro, coadiuvato dallo chef Antonio Scalera con il suo staff del ristorante pugliese ‘La Bul’ e la consulenza ebraica di Giovanni Terracina de ‘Le Bon Ton Catering’ di Roma, azienda con trentennale esperienza nell’organizzazione di ricevimenti kosher. Molti i piatti pugliesi ad essere inseriti nel menù., tra cui le orecchiette alle cime di rapa.

La festa

La serata è proseguita fino a notte fonda con una vasta selezione musicale, dall’Inno alla gioia di Beethoven ad ‘Imagine’ di John Lennon, passando per ‘God only knows’ dei Beach Boys e per i Cold Play, fino ad arrivare, dopo canzoni tradizionali ebraiche, alle hits da discoteca. Immancabili i fuochi di artificio che hanno illuminato il cielo pugliese.

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