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Migranti – 200 braccianti occupano cattedrale Foggia, “Siamo lavoratori non carne da macello”

Foggia – Oltre 200 migranti hanno occupato pacificamente la Cattedrale di Foggia per chiedere condizioni di vita più dignitose.

Si tratta di braccianti impiegati per i lavori stagionali nelle campagne della capitanata.

La protesta pacifica

I migranti erano accampati nel Gran Ghetto tra Rignano e San Severo, sgomberato e smantellato nei mesi scorsi anche a seguito di alcuni incendi devastanti che hanno anche provocato dei morti.

Dapprima hanno esposto alcuni cartelli, in uno di questi c’era scritto “Siamo lavoratori, non carne da macello”, ma il parroco ha chiesto di abbassarli. Hanno incontrato l’arcivescovo di Foggia, monsignor Vincenzo Pelvi a cui hanno chiesto una mediazione e al quale hanno consegnato una lettera indirizzata a papa Francesco.

L’accusa contro la Regione Puglia

Secondo le informazioni, la regione avrebbe interrotto la fornitura di acqua, facendoli vivere in condizioni disumane. L’Unione sindacale di Base (Coordinamento Lavoratori Agricoli di Foggia) in una nota ha scritto “Sono 1.637.880.991,74 euro i fondi comunitari Fsr 2014-2020 destinati all’agricoltura pugliese però si continua a sfruttare i braccianti sul piano lavorativo e sociale nelle campagne. Il Presidente della Regione Michele Emiliano non può sgomberare la nostra dignità e i nostri diritti. Anche se siamo migranti, sempre braccianti siamo”.

I migranti, che successivamente sono stati ricevuti dal prefetto, preannunciano la partecipazione allo sciopero generale del 10 novembre e alla manifestazione nazionale del giorno successivo a Roma.

 

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