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Londra: Charlie Gard morirà

Corte di Strasburgo: legittima la decisione di staccare la spina

Charlie Gard è ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra da quando gli è stata diagnosticata una malattia genetica debilitante. Fino ad oggi, però, le terapie non hanno dato risultati positivi e per questo motivo il personale sanitario ha deciso di staccare la spina dei macchinari che tengono in vita il piccolo. I genitori si sono opposti da subito a questa ipotesi, chiedendo al personale sanitario di accedere a una cura sperimentale disponibile negli Stati Uniti, proponendo di affrontare essi stessi le spese necessarie. I genitori, infatti, hanno lanciato una raccolta fondi sul web che aveva superato la soglia di 1,25 milioni di sterline. Il denaro raccolto è stato tuttavia congelato in attesa del via libera giudiziario per affrontare il viaggio.

Per evitare l’esecuzione della sentenza di morte, i genitori del piccolo hanno chiesto alla Corte europea dei diritti umani un provvedimento d’urgenza che fermasse l’attuazione della sentenza. I giudici di Strasburgo hanno accolto la richiesta. Dopo una settimana, il 19 giugno, hanno chiesto un’ulteriore proroga di riflessione, che ha portato alla conclusione più amara.

Dopo la sentenza dei giudici di Strasburgo, è intervenuta sulla questione la Conferenza episcopale inglese, che ha definito la decisione straziante, soprattutto per la famiglia del piccolo Charlie.

“In questo difficile caso tutte le parti hanno cercato di agire con integrità e per il bene di Charlie, ciascuno secondo la sua visione. Comprensibilmente, i genitori di Charlie desiderano fare di tutto pur di salvare e migliorare la sua vita”, hanno fatto sapere in una nota. Nella nota hanno fatto sapere ancora che “la malattia terminale prolungata fa parte della condizione umana: non dovremmo mai agire con la deliberata intenzione di porre fine alla vita umana, compresa la rimozione dell’alimentazione e dell’idratazione che potrebbe provocare la morte. Dobbiamo, tuttavia, qualche volta riconoscere i limiti di ciò che può essere fatto, mentre si agisce sempre umilmente al servizio del malato fino al momento della morte naturale”, ma la comunità cattolica pregherà affinché la famiglia del piccolo possa trovare pace.

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