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Germani reali morti avvelenati ad Albenga

Savona – Sono stati trovati una quindicina di germani reali morti intossicati dal botulino. La tossina naturale si sviluppa a fine estate nelle acque ferme e calde delle acque costiere. L’avvelenamento degli animali selvatici è avvenuto nella foce del torrente Centa, in un canale vicino a via Einaudi ad Albenga (SV). I volontari dell’Enpa hanno soccorso alcuni volatili ancora vivi e li hanno sottoposti a cure specifiche, non facili né economiche e che non garantiscono sempre la guarigione.

Altre intossicazioni da botulino

I volontari dell’Enpa sono contemporaneamente alla prese con intossicazioni da botulino nei torrenti Sansobbia e Quiliano, dove sono morti diversi di germani reali e hanno recuperato otto animali ancora vivi.

Ad Albenga sono subito intervenuti i Vigili Urbani per constatare la situazione e relazionare agli uffici tecnici per l’attivazione delle operazioni di bonifica.

L’Enpa ha dichiarato «E’ essenziale, per fermare la tossinfezione, il rimescolamento e raffreddamento delle acque, per cui si spera nella pioggia e, se possibile, nell’eventuale apertura del canale verso il mare. Portare via gli animali morti il più presto possibile è fondamentale, per cui l’Enpa fa appello affinché si tolgano subito e si smaltiscano i corpi degli animali rinvenuti, siano essi pesci o volatili».

 

Il batterio Clostridium Botulinum

Il ciclo di formazione di Clostridium Botulinum è complesso,  le sue spore sono presenti in natura nel fango del fondo delle paludi, sono dormienti e resistono anni sia al gelo che alla siccità. Tutti gli animali presenti (uccelli, pesci, rane, invertebrati) le ingeriscono assieme al fango e all’acqua che accompagnano il loro cibo senza alcun problema, perché i tessuti vivi non offrono alle spore le condizioni favorevoli per germinare. E’ solo quando, per un qualsiasi motivo accidentale, uno di questi animali “portatori sani” muore che il batterio trova un substrato ottimale. I tessuti morti forniscono il terreno di coltura proteico e se la temperatura è elevata il processo di putrefazione consuma tutto l’ossigeno, le spore germinano e il batterio si moltiplica producendo la letale tossina. Così si intossicano gli animali che si cibano dei resti delle carogne e delle larve, per loro molto gustose, che vi pullulano.

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