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Genova – Il centrodestra spazza via i comunisti, un cambio epocale per la rinascita della città

Genova –  Marco Bucci  il nuovo Sindaco ha dichiarato  fin da  subito che “sarò il sindaco di tutti, qui c’è voglia di cambiamento. Genova deve tornare grande e i genovesi sono stanchi di 20 anni in cui la città si è soltanto impoverita. Per me è stato molto importante che tutto il centrodestra sia stato unito. I primi 100 giorni ci occuperemo del bilancio, del marketing territoriale per il lavoro, di sistemare le municipalizzate, di sicurezza e pulizia della città. Avremo molto da fare e mi sa che nessuno farà le ferie”.

Un  ballottaggio  per il comune di Genova fra Gianni Crivello, il candidato del centrosinistra, e Marco Bucci, candidato del centrodestra, che ha spiazzato ogni pronostico,   è  la vittoria di Giovanni Toti,  Presidente della Regione Liguria  e della Lega di Salvini.

Fra i primi esponenti del  centrodestra l’onorevole  Daniela Santanché, commenta: “E’ un successo importantissimo, in una città mai appartenunta  al centrodestra. E la vittoria della linea politica che insieme a Toti abbiamo sempre voluto, quella dell’unità, insieme si vince”.

Un cambio epocale, che da quarant’anni vedeva Genova posseduta dal centrosinistra, una sconfitta  non solo locale ma nazionale.

Non solo Genova segna la storia in Liguria, anche La Spezia e Chiavari passa di mano al centrodestra con la schiacciante vittoria di  Pierluigi Peracchini  e Marco Di Capua per la Giunta di Chiavari.

Le reazioni post elezioni di Renzi parrebbero poco coerenti con i fatti “In politica i numeri assoluti hanno un valore, ma non hanno un valore assoluto” – continua l’intervista –  “Non credo che sia un leader finito. Come dimostra il sempreverde Berlusconi, quando si dice a qualcuno che è finito bisogna esserne certi. Non è finita la potenziale leadership di Renzi. Il centrosinistra deve smetterla con la scuola D’Alema, col cercare di abbattere i propri leader. Se tutti parlano male di tutti, perché qualcuno dovrebbe votarci? Renzi per molti è un’ossessione. Renzi è un po’ come la Juventus. In Italia ci sono tantissimi tifosi della Juve, ma è altrettanto vero che il partito degli antijuventini è pieno. Le grandi squadre, come le grandi leadership, generano amore e odio, le vie di mezzo non ci sono. Io sono colpito dal fatto che il mondo in questo Paese ormai si divida tra renziani e antirenziani. Deve dedicare molta più attenzione allo stato di salute del partito nelle realtà locali. Non può pensare di dirigere il partito da Firenze o da Roma senza vedere cosa accade nei terrotori”.

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