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Gad Lerner schierato con le ONG, lascia il PD con molti perchè

Una decisione maturata, attesa da Pisapia, e annunciata con un post sulla rivista Nigrizia

 Gad Lerner annuncia il suo addio al Pd denunciando “un vero e proprio disarmo culturale” sui diritti umani e “caricature grossolane della complessa realtà africana con cui siamo chiamati a misurarci, il tutto contraddistinto da una impressionante subalternità psicologica alle dicerie sparse dalla destra”.

Da sempre sostenitore del PD, getta la spugna, i valori umanitari non possono essere calpestati

“Ho ben presente – scrive il giornalista – l’importanza dell’unità dentro un partito grande e plurale. So anche che nel Pd continuano a essere numerosi coloro che hanno a cuore gli ideali oggi deturpati.

Ma io che avevo visto male la scissione, né ho considerato motivi sufficienti per un divorzio le riforme istituzionale e il jobs act, ora, per rispetto alla mia gerarchia di valori, mi vedo costretto a malincuore a separarmi dal partito in cui ho militato dalla sua nascita. L’involuzione della politica del Pd sui diritti umani e di cittadinanza costituisce per me un ostacolo non più sormontabile”.

 Denigrazione contro le Organizzazioni non Governative, un atto oltraggioso, che ha toccato il fondo di un partito disgregato

“Per me – sostiene Gad Lerner – la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la campagna di denigrazione mossa contro le ong impegnate nei salvataggi in mare. Culminata in accuse di complicità con gli scafisti e tradotta nella pretesa governativa di sottometterle a vincoli non contemplati dal diritto internazionale né dai codici di navigazione”.

 Per Lerner, “è venuto il momento di formulare anch’io un mio bilancio di fine legislatura su una materia, quella dei diritti umani, dei diritti di cittadinanza, dei rapporti presenti e futuri fra le due sponde del Mediterraneo e di un contrasto efficace al terrorismo, che considero di importanza cruciale.

 Non solo in quanto ebreo, ex apolide, figlio fortunato di più migrazioni.
Ma proprio come cittadino italiano che, dieci anni fa, è stato fra i promotori di un Partito democratico i cui valori fondativi vedo oggi deturpati per convenienza”.

Il giornalista mette “in fila l’operato degli ultimi tre anni che lo spingono a lasciare il Pd: “la revoca dell’operazione Mare Nostrum con la motivazione che costava troppo e con limitazione del raggio d’azione della nostra Marina Militare.

La mancata abrogazione del reato di immigrazione clandestina, per ragioni di opportunità.

La soppressione, solo per i richiedenti asilo, del diritto a ricorrere in appello contro un giudizio sfavorevole. La promessa non mantenuta sullo ius soli temperato.

E, infine, la promulgazione di questa inedita oscena fattispecie che è il ‘reato umanitario’ mirato contro le organizzazioni non governative”.

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