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Firenze, interrogato il secondo carabiniere: “Erano consenzienti”

Ieri l’interrogatorio di Pietro Costa.

Si è recato in Procura ieri Pietro Costa, il carabiniere trentenne accusato di stupro, insieme al suo collega Marco Camuffo, da due studentesse americane. Ha aspettato qualche giorno e poi con il suo avvocato, Andrea Gallori, si è presentato davanti ai magistrati per spiegare la sua versione dei fatti. Ha riferito che le ragazze erano consenzienti, ribadendo il racconto del suo collega interrogato qualche giorno prima. Insomma anche Pietro Costa pare non abbia avuto percezione di un diniego, né tanto meno dello stato alterato delle ragazze.

Il lavoro della magistratura ordinaria

Ora i pm fiorentini hanno in mano tutto ciò che serve: le dichiarazioni delle ragazze, quella dei due carabinieri, i filmati della video sorveglianza e aspettano gli esiti degli esami scientifici su indumenti e oggetti prelevati nella casa di Santi Apostoli. Su tutti questi elementi dovrà lavorare il pm, Ornella Galeotti.

Il lavoro della Procura militare

Assodato è il rapporto sessuale, ammesso da entrambi i militari, così come sono assodate le denunce delle due ragazze per violenza. La giustizia militare però non si occuperà di questo. Si occuperà della sfilza di reati militari commessi dai due carabinieri: mancata consegna, peculato, false dichiarazioni nel foglio di servizio, l’abbandono dell’auto di servizio, la presenza in una zona non di  loro competenza quella notte. I magistrati militari si occuperanno di questi fatti e il responso sarà comunque durissimo.

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