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“Cineasti di parole”: Maenza (LT) chiude l’evento, dedicato alla letteratura del grande cinema, con Cristina Comencini

Stasera la regista è attesa al Castello Baronale.

Si chiude oggi un evento d’élite, connubio tra cinema e letteratura. Un settembre dedicato ai grandi registi che hanno prestato il loro estro alla scrittura. Maenza, borgo medievale in provincia di Latina, ha aperto le porte del suo Castello Baronale a personaggi noti del piccolo e grande schermo.

Il regista Gianni Amelio

L’incipit lo scorso 16 settembre. Protagonista della serata il regista Gianni Amelio che ha presentato il suo primo romanzo “Politeama” (Mondadori, 2016). Leone d’oro per “Così ridevano” e candidato all’Oscar con “Porte aperte”, Amelio ha raccontato la storia di Luigino, ambientata nel Sud degli anni 50. Il ragazzo, con un padre assente e con la madre che lo vestiva da femmina con i panni della sorella morta, dipana in questo scenario i suoi sogni: cantare alla radio o alla tv. “La storia di Luigino non è la mia, ma ho attinto ai miei sentimenti per raccontarlo – ha spiegato il regista – Luigino è un passo avanti rispetto al tempo in cui vive. A Luigino ne succedono di tutti i colori, incontra un mondo sporco, ma risorge e ce la farà.” Poi alla fine della presentazione, la proiezione del film “Il primo uomo” del 2011. Pellicola tratta dal romanzo autobiografico incompiuto di Albert Camus.

L’attrice Veronica Pivetti

Secondo ospite dell’evento maentino, sabato 23 settembre,  l’esplosiva Veronica Pivetti. L’attrice ha presentato il suo libro “Mai all’altezza. Come sentirsi sempre inadeguata e vivere felice” (Mondadori, 2017). Un testo in cui, attraverso la potente arma dell’ironia, l’attrice si racconta, racconta la propria vita e gli episodi più significativi, dall’incendio della sua casa, al suo amore per i cani, fino al regalo di un fidanzato, che le comprò una macchina per fare la pasta. Per l’attrice fu una vera e propria offesa perché all’epoca significava pensare alla donna solo ed esclusivamente come a “angelo del focolare”. A seguire è stato proiettato il film “Né Romeo né Giuletta”. La pellicola, di cui la Pivetti è regista e protagonista, è stata presentata al Giffoni Film Festival del 2015. Il film narra la storia di Rocco, figlio di genitori separati e in piena fase adolescenziale. Il sedicenne ha un buon rapporto con la madre giornalista e un rapporto conflittuale con il padre psicanalista. Il nodo del film è l’omosessualità del ragazzo. Alla fine, dopo un concerto rock di una star icona gay e un viaggio, fatto con due amici, la madre e la nonna, l’omosessualità di Rocco verrà accettata dai genitori.

L’incontro di oggi pomeriggio: la regista Cristina Comencini

Stasera il lungo viaggio tra cinema e letteratura avrà fine. L’ultimo ospite al Castello di Maenza alla ore 18.30 sarà Cristina Comencini, figlia del grande regista Luigi, padre, con Monicelli e Risi, della commedia all’italiana (“Pane, amore e fantasia”, 1953 con Vittorio De Sica e Sophia Loren); inoltre regista de “Lo scopone scientifico” con Alberto Sordi, Silvana Mangano, Bette Davis, Domenico Modugno; per la tv de “Le avventure di Pinocchio” con Nino Manfredi del 1972 e di tante altre pellicole note). Una progenie dedita al cinema quella di Luigi Comencini: Cristina e Francesca registe, Paola scenografa, Eleonora direttrice di produzione. Cristina, madre del ministro dello Sviluppo Economico del governo Gentiloni, Carlo Calenda (protagonista della pellicola “Cuore” del 1983 diretta dal nonno Luigi), questa sera presenterà il suo libro “Essere vivi” (Einaudi, 2016).

Il romanzo: “Essere vivi”

“Essere vivi” narra la storia di Caterina, una donna adottata che è alla ricerca di sé stessa tra passato e presente. La storia di un’infanzia dolorosa e poi di una donna matura alle prese con la morte della madre adottiva. Un incontro inaspettato poi le insegnerà un altro modo di vivere la vita. Insomma si tratta di dare spazio alla “vertigine provata durante l’infanzia e poi sepolta sotto la corsa a diventare chi siamo. Sentirsi vivi senza dover fare qualcosa, senza doversi riempire di persone, doveri, dedizione, essere felici di stare al mondo per quell’energia interiore che non ha bisogno di dimostrazione di sé”. L’arte di essere vivi si impara con il passare del tempo, “servono anni e distacchi, intuizioni e delusioni, per capire che non si può creare senza distruggere, che la felicità senza il suo opposto è una bugia. E se da piccoli bastano un albero di mele e un cane, da adulti bisogna attraversare il dolore per ritrovare la vita tutta intera”.

Il film: “La bestia nel cuore”

Dopo la letteratura, il cinema. Il programma prevede la proiezione del film “La bestia nel cuore” del 2005 basato sull’omonimo romanzo della stessa regista. La storia di Sabina che, attraverso diverse vicissitudini, scopre, grazie alle rivelazioni del fratello, di essere stata abusata insieme a lui dal padre, con il silenzio complice della madre. È questa la loro “bestia nel cuore”. La pellicola vede come protagonista una grande Giovanna Mezzogiorno nel ruolo di Sabina; tra gli altri, Alessio Boni nel ruolo di Franco, il marito; Stefania Rocca nel ruolo di Emilia, la sua migliore amica.

Questa sera al Castello Baronale che domina il borgo medievale maentino, risuoneranno le note armoniche e pregevoli del cinema e della letteratura.

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