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Ciclista 14enne trovato positivo al doping

Troppo spesso si è guidati dalla voglia di raggiungere i risultati che ci si pone, qualsiasi sia il costo da sostenere per farlo. Quando si tratta di risultati sportivi, poi, tutto questo ha un nome: doping. Il doping è un male che investe il mondo dello sport ormai da decenni, Per doping si intende la somministrazione a un atleta, o l’assunzione volontaria da parte di quest’ultimo, di sostanze eccitanti o comunque proibite dai regolamenti, allo scopo di accrescere artificiosamente il rendimento fisico nel corso di una competizione. Ma non si tratta soltanto di una pratica sleale, visti i danni che questa può provocare anche sulla salute. L’ultimo caso è quello di un ciclista quattordicenne che ha provato ad aiutarsi servendosi di sostanze proibite (nello specifico si tratterebbe di Mestorolone, un potente anabolizzante).

Il prof. Carlo Tranquilli, esperto di lotta al doping, non ha esitato a parlare di “crimine contro l’umanità”. Il ragazzino è stato immediatamente sospeso dal Tribunale Nazionale del Coni, in attesa delle controanalisi.

Il caso resta gravissimo perché mai un atleta era stato trovato positivo ad un’età così giovane. Infatti i casi non sono certamente rari, ma hanno sempre coinvolto atleti adulti. Emblematica in tal senso è la vicenda che coinvolse il ciclista Ivan Basso, che nel 2006 fu fermato a Madrid. In una delle sette sacche di sangue vennero trovate tracce di Epo. Confessò solo un anno  e fu squalificato, ma tornò in pista per vincere in modo pulito: la dimostrazione che la voglia di vincere e l’impegno nel raggiungere il risultato possono fare molto di più delle sostanze dopanti.

 

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