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Cervia, perde il lavoro in hotel perchè ha la pelle nera

Il sociologo Georg Simmel diceva che lo straniero è considerato parte integrante della società ed è membro di un gruppo sociale, all’interno del quale vive e svolge normalmente la sua attività lavorativa. Non è evidentemente così nel 2017, dove ha dell’incredibile la notizia che arriva da Cervia, in provincia di Ravenna. Paolo, il protagonista di questa triste vicenda, si è visto rifiutare un’assunzione per via del colore della pelle. La giustificazione del titolare: “Qui in Romagna la gente è molto indietro con la mentalità”.

L’sms della vergogna

Il fatto si è verificato lo scorso 18 giugno. Il giovane, dopo avere inviato via email la copia della carta di identità per perfezionare il contratto di assunzione, ha ricevuto un sms da parte del datore di lavoro: “Mi dispiace Paolo, ma non posso mettere ragazzi di colore in sala”.

Paolo, residente a Milano, aveva risposto ad un annuncio per lavorare nella stagione giugno-settembre 2017 in un hotel di Cervia. Non si sarebbe trattato del primo impiego, il giovane infatti aveva già lavorato nel settore, nella passata stagione turistica, nella riviera romagnola.

Cgil – Filcams pronti ad agire legalmente

“Siamo di fronte a un evidente caso di discriminazione razziale in cui a un danno patrimoniale per avere perso la stagione lavorativa – hanno riferito la Cgil e la Filcams di Ravenna – si somma l’umiliazione e la profonda ingiustizia di cui si è vittima. Nessuno può essere discriminato in base al colore della pelle. Confidiamo che le ragioni del giovane trovino ampia soddisfazione in tribunale e siamo certi che la Romagna saprà distinguersi dall’inaccettabile connotazione riservatale dall’albergatore”.

La Cgil adotterà tutti gli strumenti necessari per tutelare il lavoratore che ha avuto la determinazione di denunciare il sopruso subito. Il giovane, ora si affida alla legge italiana, per vedersi riconosciuti diritti fondamentali per la difesa dei quali la Cgil è da sempre in campo.

Sul caso sono intervenute anche le Associazioni degli albergatori cervesi. Il sindaco di Cervia, Luca Coffari, ha riferito: “È questo un fatto di particolare gravità che non appartiene alla cultura della nostra città e che nulla ha a che fare con la nostra realtà lavorativa e imprenditoriale, che da sempre si avvale di maestranze provenienti da ogni luogo e da ogni parte del mondo, senza mai effettuare discriminazioni di razza, etnia e di religione”.

 

 

 

 

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