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Caso malaria, un evento raro ed eccezionale

A dirlo il prof. Aldo Morrone del “San Gallicano” di Roma.

Fa discutere la morte di Sofia Zago, la bimba trentina di 4 anni deceduta a causa della malaria negli Ospedali Riuniti di Brescia. Fa discutere perché questa malattia sembrava essere sparita dal territorio nazionale circa trent’anni fa. Infatti l’Italia già nel 1970 è stata dichiarata dall’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) indenne da malaria.  Si indaga intanto su come la bimba abbia potuto contrarre la malattia. Indagano gli esperti inviati dal Ministero. Due Procure: quella di Brescia e quella di Trento hanno aperto un fascicolo d’inchiesta al riguardo.

Un evento rarissimo

“Questo è un evento rarissimo ed eccezionale”,  ha spiegato il prof. Aldo Morrone, direttore del Servizio Salute Globale dell’Ospedale e Dermatologia Internazionale dell’Istituto di Santa Maria e San Gallicano di Roma. “Sono vicino alla famiglia di questa bambina, morta in modo quasi incomprensibile. La malaria è un problema serio nel nostro pianeta e lo dimostra il fatto che circa 250 milioni di persone nel mondo si ammalano di malaria e mezzo milione muoiono. Nel nostro Paese – ha proseguito –  l’ultimo caso autoctono risale a trent’anni e il contagio avviene solo attraverso la puntura di un particolare tipo di zanzara”.

Una diagnosi difficile

“Credo sia stato difficile per i medici – ha riferito il prof. Morrone – pensare alla malaria perché la bambina non proveniva da aree a rischio. In Italia ci sono le zanzare anofele, ma non quelle che trasmettono la malaria, pur appartenendo alla stessa specie. A livello mondiale – ha spiegato –  ne esistono 400 specie, ma quelle pericolose sono meno di una trentina. In Italia, quelle presenti, non possono trasmettere la malaria, anche grazie alle bonifiche e ai migliori sistemi di vita. Ci siamo preoccupati molto del movimento delle persone nel mondo, – ha messo in evidenza – meno delle merci, quasi per nulla degli insetti e delle zanzare. In queste ore circolano voci che vorrebbero attribuire la malattia alla presenza degli immigrati. Questa idea è scientificamente priva di fondamento perché gli immigrati non hanno responsabilità alcuna al riguardo.

Il ricordo di una vittima celebre

“Il pensiero – ha detto il prof. Morrone –  corre a Fausto Coppi, per il quale non fu pensata la diagnosi di malaria. La diagnosi corretta fu fatta quando era troppo tardi qualunque intervento terapeutico. Le cose andarono diversamente per il suo collega francese, Raphaël Geminiani. Infatti, la malaria che lo aveva colpito fu diagnosticata in tempo e curata, perché l’Istituto Francese fu abile nella diagnosi. Avremmo dovuto riflettere meglio sul rischio della diffusione di questi microorganismi”.

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