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Caso malaria, il nonno di Sofia: “Nessuno accusi le bambine tornate dall’Africa”

Le dichiarazioni dell’uomo a “Repubblica”.

“Noi non accusiamo nessuno. Tocca ai medici dirci come e perché Sofia è stata uccisa dalla malaria. Forse però negli ospedali qualcosa va aggiornato, quando pazienti con questa malattia, o i loro parenti con i bagagli, entrano in contatto con gli altri. E lo dico pensando prima di tutto con affetto alle bambine africane che hanno incontrato mia nipote al S. Chiara. Sarebbe imperdonabile se ora venissero isolate dai loro amici, oppure a scuola”. Sono state queste le dichiarazioni, rilasciate al quotidiano La Repubblica”, di Rodolfo Ferro, nonno della piccola Sofia Zago, la bimba deceduta per malaria all’ospedale civile di Brescia.

Le sue dichiarazioni sulle bambine ricoverate con Sofia

“La famiglia è convinta che tutti hanno fatto il massimo. Siamo riconoscenti, anche per il calore che sentiamo – ha detto il sig. Ferro. “Il mondo però ci è improvvisamente crollato addosso e sembra sempre più probabile che la presenza di una famiglia reduce dall’Africa e ammalata di malaria, negli stessi giorni in cui mia nipote è stata in ospedale, possa spiegare la tragedia”. Non facciamo accuse. Rilevo che il mondo è  cambiato, che tutti andiamo lontano, che assieme alle persone e alle merci possono viaggiare anche insetti e virus. E’ la globalizzazione. Forse anche gli ospedali devono prendere atto che il quadro e il clima non sono più quelli di prima”.

La dolcezza di un uomo che resta, nonostante la tragedia, un nonno

“Da nonno – ha concluso – ora penso a quelle due bambine, la piccola aveva la stessa età di Sofia. Spero che nessuno le faccia sentire in colpa, o che non si ceda alla tentazione di isolarle. Sono innocenti e non sono mai state un pericolo per nessuno”.

La saggezza e la bontà di un nonno che, nonostante il dolore per la perdita della piccola nipote, è rimasto uomo, non cedendo alle tentazioni di strumentalizzazione della vicenza e alle polemiche, spesso cariche di razzismo, dei giorni scorsi.

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