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Casalecchio, rapina in tabaccheria. Proprietaria minacciata con una pistola puntata alla testa

Il fatto è accaduto ieri a Casalecchio di Reno.

Mancavano dieci minuti alla chiusura. Ha atteso che anche l’ultimo cliente uscisse dal negozio e poi ha agito. Ha poggiato una borsa sul bancone ed ha estratto una pistola. Poi ha ordinato alla proprietaria di dargli l’incasso puntandole l’arma alla testa. Un bottino misero, appena 300 euro, che però la signora Giacomina Brunetti per paura ha consegnato subito, senza reagire. Non è il primo colpo che viene messo a segno ai danni della tabaccheria di Via Ronzani, a Casalecchio.

La dinamica del furto

La dinamica del furto è già nota agli inquirenti. Infatti la telecamera di video sorveglianza ha ripreso l’intera rapina. Autore del furto un uomo, molto magro e alto, con un cappello calcato sulla testa e una felpa alzata a coprire la bocca. L’uomo è entrato nel locale di Via Ronzani, all’incrocio con via Ragazzi della Chiusa. Il quel momento il locale è vuoto, c’è solo un cliente. Il malvivente ha atteso che l’avventore uscisse e, quando è rimasto da solo con la titolare, è entrato in azione. “Me lo sono trovato davanti con tutta la sua imponenza, – ha raccontato la signora Brunetti – per me era almeno un metro e novanta. Magro, ha parlato con la bocca coperta dalla felpa, impossibile vedere la faccia, aveva la barba lunga, ma quello che mi ha impietrita è stata la pistola, nera, rivolta contro la mia faccia… Ho capito subito, non so neanche quello che ha detto. Ho preso quello che c’era in cassa e gliel’ho messo nella borsa…”. Questo il racconto fatto dalla donna che è riuscita a restare calma. Ha dichiarato che la pistola forse era un’arma giocattolo perché il rapinatore la muoveva con molta disinvoltura, come se fosse leggerissima.

I precedenti

La signora Giacomina ha raccontato che in una precedente rapina, aveva reagito apostrofando i rapinatori. In quel caso però non c’erano pistole. Questa volta ha avuto l’impressione che non si trattasse “del solito tossico”. L’uomo le è sembrato determinato, così gli ha consegnato l’incasso, ringraziando di essere ancora viva, quando è uscito dal suo locale. Ad aspettarlo un complice con la macchina, che è partita a tutta velocità imboccando via Ragazzi della Chiusa. Purtroppo a nulla è servito il numero di targa trascritto da un passante. Infatti i carabinieri, arrivati sul posto immediatamente, hanno scoperto che la targa era stata contraffatta.

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