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Persone scomparse, un convegno per chiedere nuovi strumenti

Sono circa 500 in Liguria le persone scomparse da casa, 24.000 in Italia. Un problema delicato, che crea dolore e apprensione nei familiari degli scomparsi e talvolta anche grossi impasse giuridici (nel caso a scomparire siano ad esempio persone titolari di beni e attività economiche, di cui non si può fare la successione come in caso di decesso), e su cui la magistratura ha un potere di intervento limitato dalle norme che tutelano la privacy (un allontanamento volontario non è un reato e non può quindi essere perseguito come tale). Ad occuparsi, da anni, di persone scomparse è l’associazione Penelope, che ha ottenuto l’appoggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e che è riuscita a far approvare nel 2007 un protocollo di intervento ad uso delle prefetture italiane. Documento importante, che contiene le linee guida da seguire in casi del genere, ma che non tutte le prefetture hanno ancora adottato. La battaglia di Penelope è quindi, oggi, quella di promuovere l’adozione del protocollo in tutto il territorio nazionale.

Per sostenere questa battaglia, e per far conoscere il fenomeno delle persone scomparse e la propria attività, Penelope farà venerdì 18 novembre a Genova, presso la sala del consiglio di palazzo Doria Spinola, un convegno promosso e sostenuto dalla presidenza del consiglio provinciale, e in particolare dal presidente Anfonso Gioia.

All’iniziativa, che inizierà alle 10, interverranno oltre a Gioia e al presidente regionale di Penelope Vincenzo Lorenzelli anche il prefetto di Genova Francesco Antonio Musolino, il sostituto procuratore della Repubblica Silvio Franz, il presidente del Cism (Conferenza Italiana degli ordini religiosi Superiori Maggiori) Don Alberto Lorenzelli, il commissario straordinario del governo per le persone scomparse Michele Penta e l’on. Elisa Pozza Tasca, presidente dell’associazione Penelope.

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