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Alcol, per uno studio inglese il suo potere analgesico supera quello del paracetamolo

A dirlo uno studio dell’Università di Greenwich.

La notizia è stata diffusa dal quotidiano The Sun e riguarda uno studio sull’alcol e i suoi effetti. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista The Journal of Paine, ne è titolare l’Università di Greenwich di Londra. I ricercatori sostengono che l’alcol sarebbe un potente antidolorifico, molto più efficace del paracetamolo. Inoltre il suo effetto potrebbe essere paragonato a quello dei farmaci oppiacei, come ad esempio la codeina.

La spiegazione dei ricercatori

Il dottor Trevor Thompson ha spiegato che aumentare il contenuto dell’alcol nel sangue dello 0,08%, l’equivalente di due pinte di birra, permetterebbe all’organismo di aumentare leggermente la soglia del dolore. Questo collegamento spiegherebbe l’abuso di alcol in persone affette da dolori cronici.  “I risultati suggeriscono che l’alcool – hanno ribadito i ricercatori – è un analgesico efficace che fornisce riduzioni clinicamente significative nei punteggi di intensità del dolore. Questo potrebbe spiegare l’abuso di alcol in coloro che hanno un dolore persistente, nonostante le potenziali conseguenze per la salute a lungo termine”. Non è chiaro, però, se l’alcol riduca la sensazione di dolore perché colpisce i recettori del cervello o perché abbassa la tensione e rilassa.

Le ammonizioni degli esperti

Ovviamente gli esperti ribadiscono che i risultati dello studio non mirano a far passare l’alcol come una rimedio per la salute, anzi sottolineano gli effetti a lungo termine del consumo di alcol, che sono e restano dannosi. La ricerca quindi non incoraggia certamente a sostituire gli analgesici e gli antidolorifici con le sostanze alcoliche.

Gli effetti dell’alcol

Si tratta di uno studio che va preso appunto come tale, ossia una osservazione scientifica dell’effetto di una sostanza su un organismo. Infatti gli effetti disastrosi dell’alcol sulla salute sono noti. Il consumo di alcol nel nostro Paese rappresenta attualmente un fattore che viene monitorato.

Il consumo di alcol in Italia: i dati

Infatti l’Istat ha reso note le statistiche del consumo di alcol in Italia. Nel 2016 i consumatori giornalieri di bevande alcoliche è circa il 21,4% della popolazione di 11 anni e più, confermando il trend strutturale discendente degli ultimi dieci anni, che vede il 22,2% nel 2015 e il 29,5% nel 2006. Aumenta invece la quota di coloro che consumano alcol occasionalmente, dal 38,8% del 2006 al 43,3% del 2016, e che bevono alcolici fuori dai pasti, dal 26,1% al 29,2%.

Altri dati dell’Istat

Tra gli adolescenti, si evince dalla nota dell’Istituto, diminuisce sensibilmente il consumo di alcolici, dal 29 al 20,4%, sia giornaliero sia occasionale, seppure si manifesti negli ultimi anni un andamento oscillante. Altri dati, resi noti dall’Istituto, dicono che beve vino il 51,7% della popolazione di 11 anni e più che ha consumato alcolici nel 2016, mentre il 47,8% consuma birra e il 43,2% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori. Stabili, rispetto al 2015, i comportamenti di consumo abituale eccedentario o di binge drinking, che hanno riguardato 8 milioni e 643 mila persone.

 

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