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Uccisi 18 combattenti anti-ISIS per errore da USA. Assad continua a difendersi: «Attacco chimico costruito al 100%»

Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che 18 combattenti alleati nella lotta contro l’ISIS sono rimasti uccisi, per errore, in un attacco aereo eseguito in Siria. Gli arei statunitensi avrebbero seguito le coordinate suggerite dalle Forze democratiche siriane, con l’obiettivo di colpire una roccaforte dell’ISIS, a Tabqua. L’attacco, invece, si è rivelato fatale per 18 combattenti alleati, essendosi abbattuto proprio sulle linee delle Forze democratiche siriane. A gettare ombra sull’operazione degli americani in Siria è stato anche il Presidente siriano Bashar Al Assad, che ha accusato gli Stati Uniti di avergli volontariamente attribuito la colpa dell’attacco chimico che tanto ha indignato il mondo. Le forze siriane, almeno secondo quanto affermato da Assad, non possiedono più armi chimiche. Inoltre, il Presidente siriano ha fatto sapere che l’attacco aereo da parte degli Stati Uniti non ha ridotto le forze governative. Ma non solo. L'agenzia governativa siriana, Sana, ha dichiarato che centinaia di persone sarebbero state uccise nell'est della Siria in un attacco con cui la Colazione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti avrebbe colpito un deposito di armi chimiche dello Stato islamico, nella regione di Dayr az Zor e precisamente a Hatla: «Molte persone sono morte soffocate per l'inalazione di gas tossici”, afferma l’agenzia siriana, in un attacco compiuto il 14 aprile tra le 17.30 e le 17.50. Spuntano, intanto, numerose intercettazioni di conversazioni di militari siriani ed esperti riguardanti la preparazione dell’attacco chimico, portato a termine a Idlib. Sono molte le intercettazioni raccolte dagli Stati Uniti in zone sensibili come la Siria, seppure queste spesso non siano analizzate. Il materiale raccolto viene preso, però, in considerazione nei casi in cui si verifichi un evento di particolare gravità o comunque tale da rendere necessaria la ricerca, in questo, di informazioni utili.

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