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#Nicola #Barbato : “non chiamatemi #eroe”

NAPOLI – “Ti voglio bene”, sono le tre parole che commuovono una platea affollata e mettono a dura prova anche l'emotività di Nicola, per nulla velata da grossi occhiali scuri.
Scattano gli applausi e una infinita voglia di ringraziarlo per ciò che ha fatto per la comunità assale i numerosi presenti che fanno la fila per potergli solo stringere la mano: “E' un onore per noi…”. “Ma cosa dite, no eroe no, ho fatto il mio dovere”, la replica sincera.
“Me lo ha detto qui, me lo ha detto anche a Milano, dov'ero ricoverato per curare dei problemi di salute molto gravi, anche allora ebbe un pensiero per me”, commenta Nicola. Che dire, per me è un fratello maggiore e un grande poliziotto”.
Un giorno di settembre del 2015  ha segnato l'esistenza di Nicola Barbato che, da investigatore dell'antiracket, fu gravemente ferito durante una indagine  “Quella storia la tengo per me, cerco di buttarla via perché non serve a niente ricordare certe cose.”
Oltre all'abbraccio dei colleghi e del pubblico presente che si mette in coda per stringergli la mano, Nicola riceve, prima di andare via, anche quello di Fausto Lamparelli, ex capo della Squadra Mobile di Napoli,  da qualche giorno nominato questore.

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