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Roma: Sequestrato canile abusivo a viale Newton

Roma – Un sopralluogo agli orti urbani di viale Newton, a cui hanno preso parte Giacomo Giujusa, Assessore all’Ambiente, la Consigliera Simona Ficcardi e la Dott.ssa Rosalba Matassa, ha svelato l’esistenza di un canile abusivo: cani rinchiusi in gabbie degradate e maleodoranti, costretti a vivere tra gli escrementi.

Le cucce non a norma e le condizioni di degrado hanno costretto a chiedere l’intervento dei sanitari, vista la presenza di due cani in pessime condizioni di salute.

I proprietari dei cani sono stati individuati e sanzionati, grazie alla presenza di microchip sugli animali; il rinvenimento è stato reso possibile dall’intervento dei P.I.C.S., della Protezione Civile di Roma, e delle guardie zoofile di EARTH, Associazione per la tutela giuridica della natura e dei diritti degli animali.

Il canile è stato sequestrato e i cani sono stati presi in custodia giudiziaria, in attesa di una sistemazione più adeguata.

Cosa rischiano i responsabili?

Nel 2010 è stato introdotto, nell’ordinamento italiano, il reato di abbandono di animali. Si tratta di un reato previsto dall’art. 727 del codice penale: «chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro». Allo stesso modo è punito chi «detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze».

Una disciplina che sanziona pesantemente chi maltratta gli animali, sia detenendoli in condizioni inadeguate, che abbandonandoli. Questa previsione, che si inserisce nel più ampio quadro della tutela giuridica accordata dall’ordinamento ai diritti degli animali (si pensi al più ampio reato di maltrattamento di animali, di cui all’art. 554-ter del codice penale, il quale stabilisce che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche» è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro), sottolinea come il Legislatore consideri gli animali come esseri senzienti, sensibili, in grado di provare dolore in caso di abbandono. Si tratta di una tutela che nasce anche dalla necessità di tutelare il comune senso di pietà nei confronti degli animali e dalla volontà di combattere insensibilità e crudeltà, attraverso un’educazione alla civiltà.

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