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Cottolengo alla ricerca di fondi

Cottolengo in crisi, i fondi non bastano mani, e sta chiudendo l’ala Est in parte per lavori di ritrutturazione, per i nostri amici con l’handicap. Il grido d’allarme è della Caritas di Roma perché, sembra, che un costruttore ci abbia messo le mani su. È importante sapere come si fanno le cose, decide l’Aja, e i cottolenghiani non respirano più per i debiti “accumulati”. I debiti benefit sono debiti sani, in cui si opera per le persone, e non per le cose: insomma hanno curato tutti i nostri amici con l’handicap. Per le cose non si opera più, ma per le persone si opera a sufficienza perché, i cottolenghiani, sono super vigilati. Sono super vigilati perché, per loro, ci sono molte cure. Gli operatori del settore hanno sdrammatizzato, dicendo che la crisi non è poi tanto tanta, e che alla situazione si può porre rimedio, e si può porre rimedio anche subito, investendo di più con i beni della Chiesa, il ché non sarebbe male, visto che la Chiesa ha un fondo benefit da dare ai cottolenghiani, che si può usare davvero. Cottolenghiani che ancora non godono di ottima salute, perché hanno problemi diagnostici e medici importanti, ma che vivono bene in compagnia. “Non abbandonate quindi il cottolengo”, dice Don Manganiello, “E fate loro delle donazioni. Il cottolengo è in crisi ma presto si riprenderà, dobbiamo fare dei lavori di manutenzione grandi per le tubature ma siamo quasi apposto.
 Quante persone esprimono questi ragazzi: i loro parenti, i loro amici, i loro conniventi, i loro fratelli. Quanta gioia di vivere esprimono questi ragazzi attempati, che lavorano ogni giorno ai lavoretti maniacali ( per quanta cura ci mettono) e che producono ogni anno settecento lavoretti per i parenti stretti e per gli amici che li vanno a trovare. Amici che sono tantissimi, e internazionali. Amici che, involontariamente, parlano loro del mondo e delle cose, volontari, che li fanno innamorare. Li fanno innamorare per davvero, li fanno innamorare per fargli vedere le cose come stanno, e le cose “libere” dall’handicap come sono indicate. Sono indicate per davvero al Cottolengo, che fa del prezioso i propri affari, e fa sì che la mafia non entri in queste questioni, e non entri neanche in questioni altolocate che riguardano i vari aspetti della giornata. Lavarsi, vestirsi, pettinarsi? No, assolutamente, ma partorire, farsi belli, andare al bar. Cose di cui tutti questi hadicappati sono ignari. A condurre la comunità del Cottolengo è Don Manganiello, che la ama e la vigila mattina e giorno, e che sta con loro e che sta con la gente vera, con quella che si è persa per strada e che sta al posto suo. Sta con la gente vera e povera, e sta con la gente che ogni giorno lotta per i propri diritti. “A condurre il gioco di mafia sono i mafiosi”, dice Don Manganiello, e i mafiosi non l’avranno vinta.

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