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Processo 'Aemilia': la stampa rimanga fuori

REGGIO EMILIA – Porte chiuse alla stampa e alle scolaresche, questa la richiesta di Sergio Bolognino – ritenuto uno dei capi dell'organizzazione mafiosa -, fatta anche a nome di altri imputati, su cui i giudici del maxi-processo 'Ndrangheta 'Aemilia' si dovranno pronunciare, nel corso delle prossime udienze. “Chiediamo di chiudere le porte del processo e che il tribunale acquisisca e verifichi gli articoli del giorno dopo il dibattimento”.Alla base della richiesta ci sarebbe il 'linciaggio mediatico' favorito dallo svolgimento in pubblico e con la presenza dei media; nel frattempo, in attesa di un responso, le porte sono rimaste aperte. Bolognino legge un documento nell 'aula del Tribunale di Reggio Emilia, dove spiega che: «ogni articolo pubblicato è sempre in chiave accusatoria anche quando esame e contro-esame hanno dato un quadro diverso», anche le scolaresche e le associazioni partecipano: «solo per ascoltare la parte accusatoria e vanno via quando c'è il contro-esame».I quotidiani citati sono principalmente la Gazzetta di Reggio, TeleReggio e Tg Reggio, ma non viene risparmiata neanche la pagina Facebook curata dall'Associazione Agende Rosse.Bolognino poi incalza: «i pentiti che non dovrebbero conoscere leggono su Facebook quello che viene detto. Il processo penale è una cosa seria».
Prende posizione il Movimento 5 stelle a riguardo:  “Alla loro arroganza rispondiamo con un 'No' grande una casa e rilanciamo la richiesta della diretta online di tutte le sedute”.Questa la nota firmata dal senatore Luigi Gaetti, vicepresidente della commissione antimafia, da Giulia Sarti, capogruppo M5S in commissione antimafia e dalla deputata Maria Edera Spadon.

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