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Mussolini liberato sul Gran Sasso dai tedeschi

Mussolini ancora vivo e mai catturato? Sembra che dicano questo, alcune fonti storiche di recente rinvenute. Sembra che dicano che Mussolini in realtà non se andò a piazzale Loreto ma qualche giorno dopo. Che sul Gran Sasso erano a prenderlo i tedeschi e non i partigiani. Vero è che, sulla piazza, c'era un soldato tedesco a visionarlo, e che gli stette accanto tutto, o quasi, il tempo della cattura. E che fu fucilato, secondo alcune testimonianze, seduta stante. Secondo queste ultime rivelazioni, a questo tavolo si sarebbero aggiunti altri tedeschi che avrebbero aiutato il Duce a fuggire. Ma che fine avrebbe fatto il Duce? Ancora vivo, come leggenda vuole sia per Adolf Hitler? Difficile visto piazzale Loreto ma non impossibile. Sicuramente questo articolo parla dei Repubblichini e della liberazione di Mussolini, portato in spalla a rivendicare la battraglia di Salò, e la fine di una guerra giudicata strana. Il Gran Sasso sarebbe stato uno dei suoi ultimi rifugi.
Nei libri di storia è scritto a chiare lettere che il 12 settembre del 1943 i tedeschi compirono una grande impresa al Gran Sasso e liberarono Mussolini Agli inizi del 2017 e a distanza di più di settant'anni: ” quanti segreti mantenuti ancora in ombra sulla complicità del governo italiano nella nascita della RSI e della Prima Repubblica Italiana !”. C'è infatti una diversa versione dei fatti “un accordo sottobanco tra il governo Italiano e i tedeschi”. L' otto settembre del 1943 l'Italia annunciò l'armistizio con le Forze Alleate. C'era però un altro tavolo, quello non ufficiale, dove il governo Badoglio continuò a collaborare con il vecchio amico tedesco. Tra ricatti, ostaggi, minacce e sotterfugi, l'illustre prigioniero Mussolini veniva così sottratto agli Alleati e consegnato ai tedeschi il 12 settembre a Campo Imperatore. La vicenda è raccontata sin dagli inizi grazie anche alla testimonianza – sconosciuta a molti – di Karl Radl, l'aiutante di colui che erroneamente è stato sempre considerato il vero artefice dell'“Operazione Quercia”: il capitano Otto Skorzeny.

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