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Commenti “a caldo” sul risultato del referendum

Gli effetti del referendum di domenica 4 dicembre, con la vittoria schiacciante del no, si ripercuoto anche a livello locale. 
Sul fronte locale come su quello nazionale: il centrodestra, che si prende tutto il merito anche se proprio così non è, esulta, mentre il centrosinistra si sforza di ripartire e ricostruire per combattere la sfiducia degli elettori. 
Ieri mattina, a Palazzo dei Priori, il consiglio comunale non si è tenuto, ma i consiglieri di opposizione nella Sala d'Ercole erano presenti, soddisfatti per la vittoria del no, ma anche preoccupati per la crisi che si è aperta e che non si sa come evolverà.
“Speriamo che sia l'alba di un nuovo giorno anche per il Comune di Viterbo – interviene Chiara Frontini (Viterbo 2020) -. Ho una premonizione : le ripercussioni del voto per il referendum sugli equilibri interni alla maggioranza di Michelini ci saranno”.
“La sconfitta del sì era scontata – sentenzia Claudio Ubertini (FI). L'errore lo ha fatto Renzi a personalizzare il voto, trasformandolo in una battaglia su di sè e sul suo nome. Se avesse tenuto un atteggiamento diverso, la proposta di riforma sarebbe stata modificabile. Ora Renzi tutto ciò lo paga. Ma anche senza di lui i problemi restano”.
L'analisi territoriale post voto la fa invece Giulio Marini (FI): “tra i Comuni dove ha vinto il no e quello, unico, in cui ha prevalso il sì finisce 59 a 1. Credo sia il frutto di un lavoro, che ha raccolto la partecipazione di tanta gente, sul territorio. La gente ha votato contro un modello di società spersonalizzata che non funziona, contro le scelte dissennate di un rottamatore che andò per rottamare e venne rottamato”.
Dall'altro lato della barricata c'è poi chi cerca di trovare un dato positivo della vicenda. ''Renzi ha vinto – spiega Marco Ciorba, presidente del consiglio comunale -, nonostante la vittoria del no lui ha preso il 40% da solo”.
Teoria condivisa dall'assessore Giacomo Barelli. “Il 40% del sì è un risultato solo di Renzi – dichiara -, credo che sia un dato che non può essere ignorato. Il sì ha perso, ma adesso bisogna soprattutto chiedersi cosa succederà. Credo si vada verso un governo tecnico stile Monti, non penso si vada a votare tanto presto”.
 

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