ITALIA

dall'

Solo notizie convalidate
[wpdts-weekday-name] [wpdts-date]

EDIZIONI REGIONALI

Solo notizie convalidate

EDIZIONI REGIONALI

Intervista a Massimo Bonelli autore del libro “La vera fiaba di EmJay”: #MichaelJackson diventa un folletto, Re di Pop

“EmJay viveva sul pianeta Pop, un pianeta felice, senza problemi, con tanta bellezza, dove gli abitanti fabbricavano colori da unire in fantastici arcobaleni e note musicali per creare melodie e fare meravigliosi concerti”
“La vera fiaba di EmJay” (Lupetti Editori di Comunicazione) è uscito a novembre e racconta la storia del Re di Pop. L’autore, Massimo Bonelli, ex Direttore Generale della Sonic Music, ha scelto una chiave decisamente originale ed efficace per raccontare l’affascinante storia di Michael Jackson, in equilibrio tra sogno e realtà.
Inoltriamoci adesso ancora più a fondo nel meraviglioso mondo di Pop e dei suoi abitanti tramite le parole dell’autore…
Il titolo “La vera fiaba di EmJay” è quasi un ossimoro, in che modo una fiaba può essere vera?
L’ossimoro è volutamente esplicito nel titolo per far capire che vuoi raccontare la verità immersa in un mondo fantastico. Ci sono due chiavi di lettura, quella naturale è nel lasciarsi trasportare seguendo la semplicità della storia, quella più profonda è nel darle una propria interpretazione realistica“.
Libri su Michael Jackson ne sono stati scritti innumerevoli ma nessuno aveva mai pensato di trasformare la sua vita e il suo mondo in una fiaba. Come è nata l’idea?
Avevo scritto un breve racconto sul web magazine Spettakolo. In questo racconto volevo essere libero di esprimere la mia opinione sulla vita di Michael Jackson. L’editore Lupetti l’ha letto e mi ha proposto di farla diventare un libro. L’originalità è stata di volergli dare la trama ed il linguaggio di una fiaba”.
Quali sono gli ingredienti e i punti di forza di questa storia? Qual è il confine tra realtà e fantasia?
“Il punto di forza è proprio la libertà che ti permette l’uso della fantasia. Puoi raccontare le cose nel modo che desideri. Far partecipare personaggi di ogni genere. Far convivere protagonisti di epoche diverse. Tutto è concesso. Il libro è diviso in tre capitoli collegati tra loro. I primi due (Pop e Rock) sono prevalentemente frutto dell’immaginazione. Il terzo (Terra) è un miscuglio di verità, almeno quella che conosciamo e che possiamo condividere, ed una buona percentuale di fantasia“.
Se dovesse descrivere EmJay e Michael Jackson rispettivamente con un aggettivo quale userebbe?
Curioso, il folletto e geniale ma fragile l’artista“.
Di solito una favola cela sempre un significato più profondo. In questo caso qual è il messaggio che ha voluto mandare?
Credo che la mia volontà fosse quella di redimere l’immagine di Michael Jackson per il vero valore che ha espresso con lo spettacolo e con il suo delicato modo di fare. Ovviamente anche un genio come lui può avere difetti, non certo quelli che sono finiti nella cronaca, frutto di manipolazioni mediatiche. Poi, ho voluto, grazie alla fantasia, creare un paradiso degli artisti, ovvero un luogo dove, tutti i musicisti che ci hanno lasciato prematuramente, potessero ritrovarsi per continuare la loro arte in eterno. Il messaggio è nei valori dell’amicizia, della condivisione, della sensibilità, dell’ambiente, della musica. Ingredienti fondamentali per vivere meglio“.
Come stanno reagendo i lettori? C’è un commento di qualcuno che ha letto il libro che l’ha particolarmente colpita?
Ho ricevuto recensioni gratificanti. Qualcuno ha trovato significati che neppure io avevo considerato. Il commento che mi ha maggiormente lusingato è stato quello che ha accostato la mia fiaba alla storia del “Il Piccolo Principe”.
Quali sono state le sue fonti di riferimento per scrivere il libro?
Essenzialmente la musica. La magia della musica in generale. Quando ascolto un brano, che sia di Michael Jackson come dei Beatles o di Jimi Hendrix, vedo delle immagini e queste mi provocano visioni fantastiche che mi stimolano la scrittura, sempre un po’ visionaria”.
Qual è il suo rapporto con la figura di Michael Jackson e il suo mondo musicale ? Lo ha conosciuto di persona?
Ho iniziato a collaborare con Michael Jackson alla fine della promozione di “Thriller”. Da quel momento mi sono occupato del lancio, in Italia, dei successivi album. Nello stesso periodo ci siamo incontrati più volte, sia in Italia che all’estero. L’ultima occasione è stata a Parigi nel 2001, stavamo progettando la promozione dell’album “Invincible”. Conoscendolo, ho avuto l’opportunità di apprezzare la sua meticolosità nella composizione e nella produzione, così come nella preparazione delle coreografie e dei video. Ad ogni pubblicazione di un disco di Jackson, gli studi di registrazione nel mondo dovevano riorganizzarsi per non apparire antiquati“.
Lei si occupa di musica a 360°, è musicista, produttore discografico, editore, scrittore giusto?. Quali sono i suoi prossimi impegni e progetti? Ha in programma un altro libro?
“Non sono musicista. E’ una virtù non esserlo quando ci si occupa di veri musicisti, nessun confronto e nessuna ingiustificata ambizione. Ho lavorato nella musica nel momento più ricco di creatività, prima alla EMI (Guccini, Pink Floyd, Beatles Tina Turner etc.) poi, dopo aver accumulato esperienza, sono stato a capo della Sony Music (Springsteen, Dylan, Baglioni, De Gregori, Fossati, Pearl Jam e, appunto, Michael Jackson). Così come non sono editore ma semplicemente un narratore di emozioni. Quello che racconto l’ho reso visibile con due mostre “Una vita tra Pop & Rock” e, più recentemente, “I Colori del Rock”. Continuo a scrivere i miei racconti visionari e psichedelici e, quando trovo quello più adeguato, sono pronto a farlo diventare un libro”.

 Riproduzione riservata

Facebook