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L'eredità di Bernardo Caprotti #Esselunga

Il 30 settembre scorso, è morto Bernardo Caprotti, grande imprenditore italiano padrone di Esselunga, azienda che possiede una vasta catena di supermercati in tutta l’Italia del Nord. Il dottore prima della sua morte, all’età di 91 anni, aveva già sottoscritto un testamento con le rispettive suddivisione dei beni tra i coniugi, per evitare di ingigantire le spaccature già presenti all’interno della famiglia. Le informazioni relative alla cessione del patrimonio sono state affidate al notaio Carlo Marchetti. Caprotti, aveva fondato il primo negozio nel 1957, in viale Regina a Milano, durante il suo percorso di vita ha saputo gestire e amministrare al meglio la sua proprietà, ed era giunto oggi, ad essere al capo di un’azienda che fattura 2,2 miliardi di utili con 22 mila dipendenti. Dalla lettura del testamento, si evince, che il 30% della Supermarkets Italia, la holding che controlla Esselunga, sono affidati ai figli di primo letto, Giuseppe e Violetta, mentre, alla moglie Giuliana e la figlia Marina spettano il controllo della holding con il 70% delle quote. Invece, i 150 milioni di risparmi presenti nei suoi conti correnti, sono destinati una parte di 75 milioni alla sua segretaria di fiducia Germana Chiodi e il restante, diviso equamente in somme di 15 milioni di euro a testa, sarà ceduto ai cinque nipoti.
Germana Chiodi, ha ricevuto una corposa cifra di denaro che va sommata ai 10 milioni di euro già ricevuti in precedenza, quando Caprotti era in vita. La signora Chiodi, dopo il suo primo ingresso in azienda nel 1968, è riuscita a conquistare la fiducia del padrone e da semplice segretaria è diventata consigliera di Caprotti, sia in merito alle questioni aziendali che familiari. Egli dedica alla Germana Chiodi, alcune righe nel testamento,  che esprimono al meglio, il ruolo ricoperto dalla Segretaria: “A lei voglio esprimere la mia immensa gratitudine per lo straordinario aiuto che mi ha prestato nel corso degli anni”.

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